Larissa Iapichino non ha bisogno di troppe presentazioni avendo, questo inverno, raggiunto un grandissimo risultato tecnico nel salto in lungo con la misura di 6,91 metri, che rappresenta il primato del mondo under 20, unico record detenuto, tra tutte le categorie giovanili e assolute, da un atleta italiano di entrambi i sessi.
Ma la giovanissima figlia di papà Gianni e mamma Fiona May, solo 18 anni, si era già imposta all’attenzione generale almeno da un biennio, grazie anche al titolo europeo under 20 conquistato quando di anni ne aveva solo 16.
Chiamarla una predestinata appare scontato e banale, per cui preferisco definirla quale un talento straordinario, ma anche una eccezionale ragazza ed è un vero piacere poterla intervistare, per la prima volta.
Ciao Larissa, nel ringraziarti per la tua disponibilità, voglio subito togliermi il pensiero chiedendoti di Torun e delle tue sensazioni, un po’ più a freddo, dopo la finale.
In realtà sono le stesse che ho avuto a caldo. Non ti nascondo che sono andata agli Europei con l’intento di fare meglio ma, senza voler cercare scuse, il giorno della qualificazione ho speso tantissime energie nervose, perché ho fatto fatica a trovare la giusta rincorsa con l’ultimo decisivo salto e, poi, in finale ero un po’ scarica di testa.