"Leggendo quanto successo a Lara Lugli sono rimasta molto amareggiata nel sapere che in uno sport come la pallavolo, dove il movimento femminile è di spicco, siamo ancora fermi a questo punto. Le lotte non sono mai abbastanza. C'è ancora molto da fare". Ecco le parole di Alice Pignagnoli, calciatrice reggiana e portiere del Cesena Calcio femminile, che racconta, alla Gazzetta di Reggio Emilia, una storia totalmente opposta a quella di Lara Lugli: incinta di sette mesi l'estate scorsa la società di Serie B riconfermò ad Alice il contratto.
"Quello che è avvenuto a Lara è un'assurdità - sottolinea- da quando sono madre mi sento più forte di prima".
"Scoprii di essere incinta di sei settimane - ricorda - smettere temporaneamente di giocare, per me che mi allenavo tutti i giorni, è stato uno shock. La prassi in quel periodo per le calciatrici prevedeva una risoluzione consensuale del contratto. Mi sono trovata con una bambina nella pancia e senza avere un guadagno. La società però decise di tenermi, rimborsandomi le trasferte e facendomi partecipare alla vita della squadra. Per me è stato un gesto fondamentale. Hanno riconosciuto il valore umano della persona. Devo ringraziare la lungimiranza e il coraggio della nostra team manager, Manuela Vincenzi, e di suo marito, il presidente della società Massimo Magnani. Mi dicevano che con la nascita di Eva avrebbero avuto una giocatrice in più, l'Alice calciatrice e l'Alice mamma".
Un riconoscimento 'informale' al quale da giugno - sempre durante la gravidanza - è seguito un rinnovo contrattuale per la stagione 2020-2021. Un accordo che fece da apripista, perché negli accordi economici fra società e calciatrici è stato successivamente inserito un articolo, il numero 8, nel quale si esplicita che in caso di gravidanza gli stessi accordi economici non possono essere risolti. "Vorrei che la mia vicenda rappresentasse per le donne, ma anche per le società sportive, un esempio positivo", dice la calciatrice.