Inter, Eriksen: "Mai pensato di scappare: sono in grande ripresa, ho tanto da dare"

Il centrocampista nerazzurro si confessa a una tv danese: "Arrivata l'occasione, l'ho colta"

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Non siamo alla Eriksen-dipendenza ma è chiaro che in questo momento l'Inter ha bisogno del suo centrocampista danese. Lo si è visto contro l'Atalanta quando ha preso il posto di Vidal, lo si è rivisto a Torino quando è subentrato a Gagliardini. Contro i granata l'ex Tottenham non era al meglio fisicamente ma ha dato il suo prezioso contributo: nessuno come lui, in questo momento, riesce a regalare all'Inter un tempo di gioco di vantaggio sugli avversari. Tutto questo quando solo due mesi fa sembrava un corpo estraneo: "E' stato l'anno più duro e impegnativo - ha raccontato Eriksen alla tv danese SportTv2. "È stato su e giù. Ma prima di tutto, sento ora che sono in grande ripresa. A dicembre ero pieno di pensieri, ma non volevo scappare in qualche modo. Volevo davvero lottare per il mio posto, cosa che ho sempre dovuto fare. Ero sicuro che se fosse arrivata la mia occasione, probabilmente avrei provato a coglierla. Sento di averlo fatto".

Nella sua rinascita c'è tanto lavoro, abnegazione, serietà e anche sopportazione. E c'è pure un pizzico di buona sorte, quella che ti regala per esempio il pallone perfetto da calciare in pieno recupero in un derby: "Sono stato un po' fortunato. Tutto è iniziato con il gol contro il Milan, la gente ha iniziato a guardarmi con occhi diversi. Dopo sono davvero migliorato di partita in partita. Sono contento che sia andata così. Penso che quella punizione mi abbia aiutato. Ha aiutato il modo in cui le persone guardavano le cose dall'esterno e ho avuto la prova che posso ancora giocare bene a calcio e posso calciare una punizione se c'è l'opportunità".

Il modo migliore per scrollarsi di dosso tante tossine e qualche dubbio: "È stato un anno mentalmente difficile. Sono venuto per giocare a calcio, e quando non ti è permesso farlo, è fastidioso. Fuori dal campo è stato assolutamente fantastico. Milano è una bella città e la famiglia sta bene. È stato solo sul campo che mancava qualcosa. Essere un giocatore dell'Inter è sempre stato bello, ma ovviamente il momento più bello è poter giocare un po' di più. È un bellissimo momento per essere un giocatore dell'Inter. Sono stato davvero bravo a isolarmi e concentrarmi. Per un numero incredibile di giorni dopo l'allenamento e le partite, mi sono allenato di più. Un calcio di punizione, un tiro in porta o qualcos'altro, proprio perché avevo la possibilità di allenarmi di più perché non giocavo tanto". 

Da "incompreso" a "necessario" il passo non è stato breve ma questo dà ancora più valore al lavoro svolto: "È fantastico che sia stato in grado di mettermi alla prova, ma sento ancora che ci sono molte cose che posso dimostrare. Mi sento ancora come se ci fossero ancora molte cose dentro di me. Ho scoperto quanto va veloce il calcio. È un su e giù. Lo vivo davvero giorno per giorno e poi dobbiamo ancora vedere come va e cosa porta il futuro".