Di Anna Bongiorni, leggendo la sua biografia, quel che salta all’attenzione, oltre al fatto di essere un’ottima velocista, è la sua brillante Laurea in Medicina e Chirurgia anche se, per dedicarsi alla sua carriera da sportiva, non mette in pratica per adesso tutto quello che ha studiato, con grande impegno, per ben 6 anni. Una ragazza solare, sorridente e disponibile con tutti, con quelle doti umane indispensabili per esercitare al meglio la sua futura professione, ma ora è solo una grande atleta che sta preparando, con la più totale passione, le prossime Olimpiadi. L’ho chiamata e ha subito accettato di rispondere a qualche mia domanda.
Ciao Anna, grazie infinite per l’immediata disponibilità che mi hai concesso. Come stai innanzitutto?
Grazie a te per lo spazio che mi dedichi. Io sto bene, adesso, ma esco da un periodo abbastanza complicato, perché verso la metà di novembre ho avuto un problema fisico abbastanza importante che mi ha impedito di partecipare alla stagione indoor.
Cosa è successo esattamente?
Tutto è nato con un edema osseo da sovraccarico, al piede sinistro, che inizialmente non mi ha procurato conseguenze, ma poi è degenerato causandomi una microfrattura allo scafoide. Sicuramente un brutto infortunio che mi ha costretta a stare lontana dalle piste sino all’inizio di febbraio, con la sola possibilità di esercitare le attività idonee al mantenimento della condizione fisica, quali su tutte quelle in piscina. Ovviamente, poi, quando si riprende si deve sottostare a tutta una serie di condizionamenti, anche psicologici, legati alla paura di non essere guariti completamente, al fatto di sentire la parte oggetto del trauma più sensibile e, quindi, a fare determinati movimenti in difesa, tendendo a caricare maggiormente sull’altra parte del corpo.