Il senso di Tielemans per la verticalità

Il belga è riuscito a modellare il Leicester sulle sue qualità

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Oggi si parla tanto di verticalità nel calcio. Lo si fa legando il concetto all’esempio massimo del Liverpool di Jürgen Klopp, il quale ha preso alcuni dettami fondamentali del juego de posición di Guardiola accelerandone gli effetti, richiedendo appunto minore orizzontalità di tessitura della manovra, per uno sviluppo più diretto e rapido, adattando e sfruttando anche il materiale umano che il tecnico tedesco ha a disposizione nei Reds, in primo luogo le punte esterne Sadio Mané e Mohamed Salah.

La verticalità è un concetto di avanzamento nel possesso palla che tutti in squadra devono avere bene in testa, a partire dal portiere e i centrali difensivi, abili nel trovare il giocatore libero che viene fuori dalla costruzione dal basso che tanti allenatori oggi scelgono. Ma prima di tutti devono essere “mentalmente” verticali i centrocampisti, perché loro hanno il compito di far avanzare in maniera più diretta la manovra in una fascia di campo in cui sono fortemente pressati dagli avversari e dove è molto più comodo appoggiarsi orizzontalmente o all’indietro per sviluppare una manovra più “moderata”, ma anche meno veloce, poco propensa poi nel trovare disordinata la linea difensiva avversaria.

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