Bisognerà aspettare qualche giorno per il verdetto della Corte d'appello della Figc sul caso Lazio-Torino, la partita non disputata lo scorso 2 marzo a causa dei casi di covid tra i granata, fermati dall'Asl locale, che aveva disposto la quarantena. Il club biancoceleste ha fatto ricorso per avere il 3-0 a tavolino dopo la decisione del Giudice sportivo di far giocare la gara rinviandola a nuova data. Il Giudice Sportivo aveva riconosciuto alla formazione di Urbano Cairo "un legittimo impedimento" nel presentarsi a Roma.
"L'Asl di Torino ha fatto provvedimenti contradditori - la replica di Gianmichele Gentile, legale della Lazio - Il problema è che c'è una materia in tema di Covid e calcio che è confusa. Non si capisce chi deve fare cosa. È un problema che va risolto, anche perché il regolamento sportivo dice che una squadra che ha 13 calciatori di cui un portiere ha l'obbligo di presentarsi. Deve esserci chiarezza".
Il dibattimento presso la Corte d'appello della Figc, in modalità a distanza, è durato un'ora circa. "Abbiamo ribadito di aver provato documentalmente le ragioni del Torino con la conferma della sentenza del giudice sportivo - ha spiegato l'avvocato del Torino Eduardo Chiacchio - È innegabile la causa di forza maggiore per cui il Torino non poteva raggiungere l'olimpico per la partita del 2 marzo".