NBA

Nba: Brooklyn prima ad Est ma Harden va ko, Giannis schianta i Lakers. Successo Mavs a Boston

I Nets battono Houston 120-108 e si portano in testa alla conference, ma perdono il ‘Barba’ per infortunio. Gialloviola ancora sconfitti senza LeBron, bene Dallas (3 punti per Melli)

L’Est ha un nuovo padrone: nella notte Nba, i Nets battono 120-108 Houston e scavalcano i 76ers, ma devono anche fare i conti con il ko di Harden, fuori nel terzo periodo. Nelle altre partite, i Bucks battono i Lakers (sempre senza James) 112-97, Dallas (3 punti per Melli) prevale 113-108 su Boston. Utah fa 7 di fila sconfiggendo Memphis 111-107, Phoenix supera Chicago 121-116 con 45 di Booker. Ok Spurs, Blazers, Heat, T-Wolves e Thunder.

BROOKLYN NETS-HOUSTON ROCKETS 120-108

Come da pronostico, i Nets battono i derelitti Rockets e conquistano, ai danni dei 76ers, la vetta solitaria della Eastern Conference per la prima volta dall’aprile 2003 (quando si parlava di New Jersey Nets). Devono però fare i conti con l’infortunio di James Harden, ex di serata, che a 4’48” dalla fine del terzo periodo è costretto a lasciare il campo per un indurimento al flessore della coscia destra, dopo aver realizzato 17 punti. Pur senza il ‘Barba’, le cui condizioni saranno valutate nella giornata di giovedì, arriva comunque nell’ultimo periodo il parziale di 22-2 che decide la sfida del Barclays Center, anche perché Kyrie Irving chiude con una doppia-doppia da 31 punti e 12 rimbalzi e Joe Harris arriva fino a quota 28, mettendo a segno 7 triple su 12 tentativi. Non bastano, dall’altra parte, i 20 punti di Kevin Porter jr: Houston continua la caduta libera e raggiunge la sconfitta numero 25 nelle ultime 28 uscite.

LOS ANGELES LAKERS-MILWAUKEE BUCKS 97-112

Reduci da due vittorie contro squadre decisamente modeste (Cleveland e Orlando) i Lakers senza LeBron James tornano a sbattere contro il primo ostacolo di un certo peso, i Bucks di Giannis Antetokounmpo. Allo Staples Center la partita dura poco più di un quarto: dalla seconda frazione in poi, infatti, crescono non solo il Greek Freak, che conclude il match con 25 punti e 10 rimbalzi, ma anche, e soprattutto, un Jrue Holiday da 28 punti con 11/16 al tiro, 8 rimbalzi, 6 assist e 4 palle rubate. Troppo per i gialloviola, che non mandano nessun giocatore a quota 20 (il migliore è Montrezl Harrell, che si ferma a 19) e non riescono neanche a sfruttare al meglio l’esordio di Andre Drummond, che dopo aver segnato 4 punti in 14 minuti di impiego si fa male al piede nel terzo periodo ed è costretto a lasciare la contesa. Milwaukee dunque vince e riprende la corsa verso i playoff dopo tre ko di fila.

BOSTON CELTICS-DALLAS MAVERICKS 108-113

Un super Luka Doncic guida Dallas alla vittoria nella trasferta di Boston con una prestazione individuale da 36 punti, 8 rimbalzi e 5 assist, con 7/11 dalla distanza: cifre che mettono in secondo piano la propensione alle palle perse da parte dello sloveno (ben 8), anche perché accanto a lui emerge un ottimo Jalen Brunson, autore di 21 punti uscendo dalla panchina, e si conferma efficace Kristaps Porzingis, che ne aggiunge 19 alla causa dei Mavs. Essenzialmente Dallas vince la partita grazie ai tiri dalla distanza: sono ben 19 le triple messe a segno complessimavente dagli uomini di Rick Carlisle (sfida da ex per lui, che fu giocatore dei Celtics nel’epoca d’oro degli anni ‘80), e non basta ai biancoverdi dominare nel pitturato (50-30 i punti realizzati nell’area dei tre secondi) per conquistare il successo. Boston, a dire il vero, ha il merito di rientrare dal -23 di inizio secondo tempo al -2 a 16.4 secondi dalla fine, complici 25 punti di Jayson Tatum, 24 di Jaylen Brown e 22 di Kemba Walker (solo 6 invece per Evan Fournier, ancora fuori dalle dinamiche offensive della sua nuova squadra), ma alla fine Dallas resiste e porta a casa la seconda vittoria consecutiva. 5’37” in campo per Nicolò Mellì, autore di 3 punti (una tripla).

MEMPHIS GRIZZLIES-UTAH JAZZ 107-111

Continuano a non perdere un colpo i Jazz, ormai non più una sorpresa, che ottengono il loro settimo successo consecutivo in casa dei Grizzlies, già affrontati e battuti due volte a Salt Lake City lo scorso fine settimana. Pur senza Donovan Mitchell, assente per motivi personali, l’impianto di gioco di coach Quin Snyder non tradisce, anche perché Mike Conley non ha pietà della sua ex squadra e realizza, in quella che è stata la sua arena per dodici lunghi anni, 26 punti, aggiungendo 7 assist. Oltre a lui ci sono le ottime prestazioni di Jordan Clarkson (24 a tabellino, uscendo dalla panchina) e Bojan Bogdanovic (23), mentre Rudy Gobert firma solo 8 punti (due dei quali con una poderosa schiacciata, ‘posterizzando’ Jonas Valanciunas) ma raccoglie 12 rimbalzi e si produce in 2 stoppate. Non bastano, dall’altra parte, i 36 di un a dir poco vivace Ja Morant, né le doppie-doppie di Kyle Anderson (18 punti e 11 rimbalzi) e dello stesso Valanciunas (16+14). Per Memphis è il terzo ko nelle ultime quattro, sempre contro Utah: la buona notizia è che le sfide contro i Jazz in questa regular season sono finite.

PHOENIX SUNS-CHICAGO BULLS 121-116

Alla Talking Stick Resort Arena va in scena il Devin Booker Show: sono 45 i punti realizzati dalla guardia 24enne, con 17/24 dal campo, contro una difesa che non ha soluzioni né contro di lui né contro Chris Paul, autore di 19 punti e 14 assist. Sono di fatto loro due a guidare Phoenix alla quarta vittoria consecutiva, che li conferma al secondo posto della Western Conference. Dall’altra parte Chicago continua a soffrire e arriva alla quinta sconfitta consecutiva, nonostante le doppie-doppie di Nikola Vucevic (24 punti e 10 rimbalzi), Thaddeus Young (19+10) e Lauri Markkanen (16+10). L’assenza di Zach LaVine, fermato da un problema alla caviglia, si fa sentire e i Bulls, pur restando in partita a livello di punteggio fino alla fine, non riescono a dare lo strappo decisivo per la rimonta. Al momento la franchigia dell’Ilinois è decima ad Est con 19 vinte e 27 perse: una posizione che ad oggi vale l’ingresso nel play-in tournament, ma che non è affatto tranquilla in prospettiva.

SAN ANTONIO SPURS-SACRAMENTO KINGS 120-106

Dopo la sconfitta di quarantotto’ore prima sollo stesso parquet, gli Spurs si prendono la rivincita contro i Kings, interrompendone la serie vincente che era arrivata a cinque partite. Ben sette i giocatori della franchigia texana in doppia cifra, guidati dai 26 punti di DeMar De Rozan: oltre a lui, si segnalano anche le prestazioni di Derrick White, autore di 18 punti, e Jakob Poeltl, che chiude in doppia-doppia grazie a 12 punti e 14 rimbalzi. Sacramento non riesce a restare in partita nonostante 20 punti di De’Aaron Fox e 18 di Tyrese Haliburton: sono soprattutto le percentuali da tre a tradire i californiani (11/35 alla sirena, dalla distanza), che restano dunque fuori, al momento, dai primi dieci posti e perdono la grande occasione di avvicinare i Grizzlies, che occupano la decima posizione.

DETROIT PISTONS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 101-124

Dura solo un tempo di gioco la partita dei Pistons contro i Blazers, che realizzano 73 punti negli ultimi due quarti, subendone 49, e volano agilmente verso il quarto successo consecutivo, vincendo sempre in trasferta. Immancabilmente, i protagonisti principali della serata sono Damian Lillard, autore di 33 punti e 10 assist, e C.J. McCollum, che ne aggiunge 24. Più che discreto l’apporto, dalla panchina, di Carmelo Anthony, che termina la sua serata con 16 punti in 22 minuti di impiego. Detroit, che ormai non ha più nulla da chiedere a una stagione sciagurata, deve accontentarsi dell’unico faro della squadra, Jerami Grant, autore di 30 punti con 11/19 al tiro: la franchigia del Michigan è però alla quindicesima sconfitta nelle ultime venti partite giocate, ed è sempre più fanalino di coda ad Est.

INDIANA PACERS-MIAMI HEAT 87-92

Chi invece prova a riavvicinarsi ai vertici della Eastern Conference è Miami, che batte in trasferta Indiana (vincendo per la seconda volta consecutiva senza arrivare a 100 punti, una rarità di questi tempi) e torna a ‘quota 500’ in classifica, agganciando i Knicks al quinto posto. A trascinare, dal punto di vista delle cifre, la squadra allenata da Erik Spoelstra è Duncan Robinson, top scorer di serata con 20 punti. Non va però sottovalutato l’impatto di Jimmy Butler, che ne segna 18, e Tyler Herro, che entra dalla panchina e ne aggiunge 17. Il migliore in canotta Pacers è Myles Turner con appena 15 punti, in una partita in cui Indiana suda freddo per la contusione al quadricipite di Domantas Sabonis, rientrato dopo una pausa in infermeria, ma comunque sotto la doppia cifra a livello di punti (solo 9, a fronte di 14 rimbalzi). Il parziale di 14-4 degli Heat nel finale è decisivo per il successo, e per ribadire che la franchigia della Florida è più forte di quanto dica il record, condizionato inevitabilmente dalla brutta partenza di stagione a causa dei numerosi problemi legati al Covid.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-NEW YORK KNICKS 102-101

I soliti Knicks. Quando tutto sembra filare per il verso giusto, la franchigia della Grande Mela apre inaspettatamente una serie negativa perdendo contro la squadra con il peggior record della Nba. Non bastano 26 punti e 12 rimbalzi di Julius Randle, né i 23 di R.J. Barrett, che sbaglia tra l’altro la conclusione del possibile sorpasso sulla sirena finale. In casa T-Wolves, non ci sono i soliti Anthony Edwards (24 punti) e Karl-Anthony Towns (18+17 rimbalzi) a condurre le danze, ma anche un ottimo Jaden McDaniels (18 anche per lui) e un decisivo Malik Beasley, che realizza gli ultimi tre dei suoi 20 punti complessivi con la conclusione vincente dalla distanza che vale il sorpasso a 32” dalla fine. Minnesota torna così a vincere contro una squadra dal record positivo per la prima volta in dodici giorni: un piccolo sorriso in una stagione avara di soddisfazioni.

OKLAHOMA CITY THUNDER-TORONTO RAPTORS 113-103

Sia i Thunder sia i Raptors non hanno quasi più nulla da chiedere a una stagione da dimenticare, ma il confronto tre le due realtà è godibile ed equilibrato, fino al parziale dell’ultimo periodo (26-14) che decide il match a favore della squadra di casa. Ben sette sui nove giocatori mandati in campo da coach Mark Daigneault vanno in doppia cifra: il migliore è Svi Mykhailiuk con 22 punti, seguito dai 20 di un sempre più convincente Moses Brown, bravo anche a raccogliere 12 rimbalzi. Poco da dire, invece, su una Toronto sempre più confusa: 31 punti di Gary Trent jr non sono sufficienti per evitare il ko numero 13 nelle ultime 14 uscite di una stagione vissuta in esilio che i canadesi, è facile immaginare, vorranno certamente che si concluda al più presto.

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