Arrigo Sacchi: "Pioli sta dando un'identità al Milan. Cristiano Ronaldo? Puntare su unico giocatore non paga"
Intervista nel giorno del 75° compleanno: "Conte grandissimo allenatore, gli manca un solo step per fare l'ultimo gradino"
Nel giorno del suo 75° compleanno, Arrigo Sacchi dà "i voti" a Milan, Juventus e Inter nell'intervista realizzata in esclusiva da Sportmediaset. Si parte naturalmente dagli amati colori rossoneri: "Conosco Pioli da tanto tempo, è un ragazzo d'oro. Nelle precedenti esperienze non era riuscito a dare un'identità precisa alle sue squadre, ora ci sta riuscendo". Anche grazie a Ibrahimovic? "Un grande giocatore che gioca per e con la squadra".
Sacchi, prendendo spunto dal discorso sullo svedese, torna a toccare un argomento che da sempre ha a cuore, il gioco corale: "Un giocatore da solo non fa mai una squadra intera, il calcio è uno sport di collettivo, non bisogna trasformarlo in sport individuale". Nessuno strappo alla regola, che fosse per Maradona ieri o per Cristiano Ronaldo oggi: "Non ha mai pagato puntare su un solo giocatore. Per dire: Maradona non ha mai vinto una Coppa dei Campioni, e di sicuro non era inferiore al portoghese".
A proposito di Juventus: "Difficile valutare Pirlo, se la società lo ha fatto diventare subito primo allenatore si vede che aveva fiducia in lui. Ma dipende sempre dai giocatori che ha, da quelli che gli hanno preso, quanto sono congeniali alla sua idea di gioco". Questione che di striscio riguarda pure Sarri: "Gli avevo detto che era un suicidio andare alla Juve, bisogna anche vedere se lo stile di un allenatore combacia con quello del club. Prendete Allegri: un grandissimo allenatore, diverso da Sarri (e si è trovato meglio, ndr)".
Solo elogi per il lavoro di Conte all'Inter: "Antonio è un grandissimo allenatore, oggi le ripartenze dei nerazzurri sono micidiali. Non è ancora arrivato a coinvolgere nella fase difensiva come nella fase offensiva tutti gli undici giocatori: quando ci riuscirà, diventerà dura per tutti. Conte dà la vita per il calcio".
Sulla Nazionale: "Ci sono molti giocatori stranieri in Serie A, la Nazionale ha sempre avuto difficoltà con situazioni del genere. Il compito di Mancini è difficile anche perché non abbiamo una scuola come capita in Spagna o Germania". Infine, sull'amico Guardiola: "Secondo me non accetterebbe una squadra italiana ma non si sa mai, il calcio cambia velocemente. So che ora al Manchester City è contento".