MOTOGP

MotoGP, Rossi: "Siamo più veloci di quanto mostrato nella prima gara"

Il Dottore alla vigilia delle prove libere del GP di Doha: "Dobbiamo lavorare per stressare meno la gomma posteriore"

© Getty Images

Valentino Rossi prova a mettersi alle spalle la deludente gara d'esordio e si dice fiducioso di poter migliorare le proprie prestazioni nel secondo appuntamento consecutivo sul circuito di Losail, valido per il GP di Doha: "Non siamo stati veloci come volevamo - ha detto -. Abbiamo analizzato i dati, cercheremo di cambiare qualcosa per avere più grip e salvare maggiormente le gomme. L'obiettivo è cercare di allungare la vita della posteriore, perché possiamo essere molto più veloci dell'ultimo GP".

Il confronto non può che essere con il suo ex compagno Maverick Vinales, vincitore domenica scorsa: "Lui ha gestito bene le gomme, ma aveva qualcosa di differente nel setting e nell'elettronica. In questi casi è difficile poter usare le stesse soluzioni, perché ogni pilota ha il suo stile. Ho parlato anche con Fabio (Quartararo, ndr), che ha avuto problemi simili ai miei, ma anche lui ha uno stile ancora diverso".

Il suo attuale compagno, Franco Morbidelli, sembra invece accusare le sue stesse difficoltà: "Ci siamo parlati, ma non ce l'abbiamo fatta a farci coraggio. Eravamo entrambi delusi, ci aspettavamo una gara più incisiva, ma lavoreremo più forte, ognuno sui propri problemi, per essere più veloci".

In ogni caso Vale si è detto soddisfatto dei miglioramenti della M1, specialmente se confrontata a quella del 2020: "La Yamaha ha fatto piccoli miglioramenti e il telaio nuovo curva un po' meglio, anche se il reale potenziale lo vedremo su piste più strette, non in Qatar dove ci sono curve di medio e largo raggio. Qualcosa è stato fatto anche nell'aerodinamica, recuperando qualche km di velocità massima, ma qui la differenza con la Ducati resta grande. Nel complesso questa M1 va un po' meglio, ma serve del tempo e altre piste per capire quanto".

Infine si è concentrato su come, ormai da un po' di tempo a questa parte, si sia ritrovato a dover battagliare nelle retrovie, spesso con piloti dallo stile ruvido, non tralasciando una frecciatina a Brad Binder: "Lottare per il 10° o il 12° posto o per il podio non cambia. Non è la posizione che fa la differenza, ma dipende dal pilota con cui combatti. Alcuni hanno rispetto e sono molto puliti, altri, come Binder, sono più duri e non si curano degli altri: frenano in modo duro, ti puntano e ti costringono a rialzare la moto in battaglia. È un po' una questione di questi tempi: una volta potevi toccarti con un avversario, ma cercavi di evitarlo, mentre oggi tanti pensano solo alla loro gara e non agli avversari. Forse dopo alcuni duelli sarebbe meglio chiarirsi in modo più diretto, ma ora ci sono più telecamere di un tempo e maggiore pressione da fuori. Se fai una cosa vera, sanguigna e sincera, poi partono le polemiche che ti sfiniscono per settimane... Bisogna essere più politicamente corretti o comportarsi da furbi". Insomma, negli ultimi 25 anni (cioè da quando Rossi esordì nel Motomondiale), le cose sono cambiate parecchio: "Io avevo un approccio diverso, per me gli altri piloti erano come eroi e i giovani in generale avevano più rispetto per i vecchi. Ma è una tendenza in tutti i campi, i giovani ora vogliono dimostrare tutto e subito".

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