La vita di Maxi Lopez è una serie Tv

Con l'evoluzione umana del protagonista

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I pali del tram di Piazza della Repubblica a Milano raccontano la storia molto meglio che a scuola: portano i segni delle bombe e dell’insignificante scorrere del tempo, che muta e si evolve, passando quasi inosservato di fronte a migliaia di corpi, pura materia, che c’erano e non ci sono già. Trionfo fenomenologico. Per una settimana, Maximiliano Gastón López (in arte Maxi Lopez) ha osservato buona parte di quei volti senza spiegarsi il motivo del ricorrente e frenetico andirivieni, e il perché avesse preferito restar chiuso per sette giorni all’NH Hotel pur di firmare un contratto con il Milan alla fresca opportunità di continuare a vivere altrove. Magari in Inghilterra.

In quel preciso momento qualcuno deve aver pensato che sarebbe stato quantomeno curioso far precipitare la quotidianità del tormentato Maxi in un vortice a spirale senza fine, dal quale effettivamente non è ancora uscito: era soltanto la puntata pilota di una serie TV cult che sta volgendo al termine nella maniera più canonica. Con la redenzione sul piano umano del protagonista.

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