Domani è il giorno di Juventus-Napoli, match della terza giornata di andata che doveva giocarsi ad ottobre ma che era stato rinviato dopo le positività in casa azzurra. I casi nelle nazionali impongono attenzione ma dall'ASL di Torino arrivano rassicurazioni: "Non abbiamo un focolaio e non essendoci un focolaio non abbiamo elementi per rimandare la partita. Ad oggi la partita si gioca. Non c'è un cluster".
Così Carlo Picco, direttore dell'ASL di Torino, a Radio Punto Nuovo dopo la notizia della positività di Bernardeschi: "Ovviamente faremo verifiche e vigileremo, ma per ora la situazione è questa. Il focolaio è stato in parte contenuto per il fatto che i giocatori sono stati isolati. Al momento le positività non sono tali da giustificare un intervento dell'ASL così drastico, però vigiliamo. Ad oggi la partita si gioca".
Nessuna certezza assoluta, ovviamente, come conferma Picco in seguito a TuttoJuve.com: "Se non ci sono imprevedibili sviluppi, non ci sono elementi ostativi per giocare. Quali elementi? L'esplosione di un focolaio tra oggi e domani".
NAPOLI, PORTELLA: "SITUAZIONE TRANQUILLA"
"Insigne, Zielinski e Meret sono ancora a rischio visto il focolaio? Francamente sono passati vari giorni, la Ssc Napoli ha comunicato di monitorare i reduci dalle nazionali. Credo che la situazione sia abbastanza tranquilla". Lo ha detto Giuseppe Portella, professore di patologia clinica alla Federico II e membro dello staff che segue i tamponi del Napoli, intervenuto a radio Marte. "Vero che hanno potuto fare solo tamponi antigenici rapidi, ma se fosse emerso qualcosa si sarebbe visto - ha ribadito -. A breve dovrebbero arrivare i tamponi di stamattina quindi speriamo di chiudere oggi questa storia e di confermare i risultati negativi". "Dopo 6 giorni il pericolo è scampato? Per essere formalmente certi dovremmo attendere ancora qualche altro giorno ma più ne passano e meno dobbiamo preoccuparci - spiega Portella -. Dopo vari giorni la negatività ci fa stare abbastanza tranquilli. Per una questione formale possiamo parlare di scampato pericolo dopo una decina di giorni. Zielinski è stato sottoposto a una vera e propria tortura, ha fatto 5 tamponi in pochi giorni - ricorda il professore -. Purtroppo non c'è alternativa. Si è provato a usare tamponi salivari ma l'efficacia non è la stessa".