IL CASO

Processo tamponi Lazio, le motivazioni: “Violati i protocolli”

Secondo i giudici i medici sono i responsabili principali, per Lotito non c’è responsabilità oggettiva

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La Lazio ha violato i protocolli sanitari anti-Covid e per questo è stata punita con 150.000 euro di multa dal tribunale federale nazionale della Figc, che ha anche inibito il presidente Claudio Lotito per 7 mesi e i medici Fabio Rodia e Ivo Pulcini per un anno. È questa la sintesi della motivazione della sentenza del cosiddetto ‘processo tamponi’, secondo cui la responsabilità più grave, quella di non aver avvertito le Asl dei casi di positività emersi nel gruppo squadra, è soprattutto dei medici. Per Lotito non c’è responsabilità oggettiva.

In sostanza, il Tribunale ha accolto le richieste della procura federale su tutti i fronti meno che sul livello di responsabilità del presidente e sul contestato allenamento del 3 novembre. La Lazio è stata quindi ritenuta responsabile per le mancate comunicazioni con le Asl di riferimento e perché è stata manchevole nelle “conseguenti misure di comunicazione idonee ad attivare le conseguenti attività da svolgere in stretta interlocuzione con l’autorità sanitaria”.

Cade invece il capo d’accusa per l’allenamento del 3 novembre di Immobile, Strakosha e Leiva, quello alla vigilia di Zenit-Lazio, “per il brevissimo lasso di tempo intercorso dall’intervenuta ricezione della comunicazione delle positività alla fine dell’allenamento”.

Il Tribunale poi motiva lo ‘sconto’ a Lotito, per cui l’accusa aveva chiesto 13 mesi e 10 giorni d’inibizione per responsabilità oggettiva, sottolineando una distinzione di responsabilità tra il presidente e il responsabile sanitario del club: in caso di accertamento di una positività, infatti, la gestione della procedura rientra fra gli “aspetti medici” e quindi in una “specifica competenza specialistica di natura medica”. Per questo, si legge, “non sembra possa imputarsi al Lotito quanto espressamente contestato in deferimento”, ma il presidente biancoceleste è stato comunque sanzionato per 7 mesi per non aver imposto “un comportamento idoneo a vietare ai positivi di poter rientrare nei ranghi della squadra ed imporre loro l’isolamento previsto”.

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