Solo ampie vittorie nelle partite della notte Nba, in cui spicca il successo dei Lakers per 126-101 sui Nets: decisiva l’espulsione di Irving, cacciato assieme al gialloviola Schröder per uno screzio acceso dal punto di vista verbale. Brooklyn è raggiunta in vetta ad Est dai 76ers, che superano 117-93 i Thunder. Utah batte Sacramento 128-112 (Mitchell 42): è la vittoria numero 24 di fila in casa. Ok anche Suns, Blazers, Warriors e Raptors.
BROOKLYN NETS-LOS ANGELES LAKERS 101-126
Sulla carta una sfida sensazionale, all’atto pratico una partita sulla quale pesano le assenze, benché sorprendentemente più in casa Nets che per i Lakers. Pur privi di LeBron James, Anthony Davis e Kyle Kuzma, infatti, i gialloviola conquistano il successo al Barclays Center, approfittando di un attacco ottimamente bilanciato (ben otto gli uomini in doppia cifra, guidati da un Andre Drummond da 20 punti e 11 rimbalzi) e anche di quello che diventerà l’episodio chiave del match, l’espulsione di Kyrie Irving da una parte e Dennis Schröder dall’altra dopo uno scambio di parole un po’ troppo acceso fra i due. Con il forfait nel secondo tempo dell’ex Cavs e Celtics che va ad aggiungersi all’assenza di James Harden, non bastano i 22 di Kevin Durant per tenere in piedi le speranze di Brooklyn: i Lakers vincono e rafforzano il quinto posto ad Ovest, i Nets invece si fanno nuovamente raggiungere in vetta dai Sixers.
OKLAHOMA CITY THUNDER-PHILADELPHIA 76ERS 93-117
Il riaggancio di Philadelphia al primo posto della Eastern Conference arriva dopo una comoda vittoria in casa di una squadra che ha letteralmente tirato i remi in barca, arrivando alla sesta sconfitta consecutiva (nona nelle ultime dieci). Per i 76ers è tutto troppo facile: Doc Rivers può disporre ampie rotazioni visto l’andamento mai in discussione del match ma nonostante i soli 27’14” sul parquet Joel Embiid raccoglie comunque cifre più che interessanti, con 27 punti complessivi che lo rendono top scorer di serata. Sugli scudi c’è anche Furkan Korkmaz, unico altro giocatore fra quelli visti sul parquet della Chesapeake Energy Arena a raggiungere quota 20. Opportunità di riscatto sfruttata appieno, dunque, da Philadelphia, che veniva da due ko in tre partite: a Okc non bastano i 17 di Darius Bazley né la doppia-doppia da 16 punti e 14 rimbalzi di Tony Bradley per mettere paura alla franchigia della Pennsylvania.
UTAH JAZZ-SACRAMENTO KINGS 128-112
Continua senza sosta la serie vincente in casa dei Jazz, che arrivano a 24 successi consecutivi alla Vivint Smart Home Arena grazie a un pazzesco Donovan Mitchell, autore di 42 punti complessivi (season-high), 30 dei quali realizzati nel secondo tempo. Oltre a ‘Spida’, non sfigurano affatto Mike Conley, che mette a segno 26 punti, e Joe Ingles, che iniziando dalla panchina arriva a quota 20 con 5/10 dalla distanza. Sacramento ha il merito di restare aggrappata alla partita fino al 102-100 di inizio quarto periodo, guidata dai 30 di De’Aaron Fox e dalla doppia-doppia da 25 punti e 10 rimbalzi di Richaun Holmes: Mitchell, però, è letteralmente scatenato nell’ultima parte del match, e trascina Utah a un parziale di 28-10 che, di fatto, decide la sfida e consente alla squadra allenata da Quin Snyder di continuare a volare in vetta alla Western Conference.
PHOENIX SUNS-WASHINGTON WIZARDS 134-106
Dietro i Jazz, nella graduatoria ad Ovest, c’è un’altra “non più sorpresa” di questa stagione Nba, Phoenix. La squadra allenata da Mony Williams si rialza dopo il ko contro i Clippers con una prestazione maiuscola per annichilire Washington, incapace a sua volta di allungare a tre la serie di partite vinte. Il match, di fatto, dura solo un tempo: dopo l’intervallo lungo, infatti, i Suns realizzano 77 punti contro i 51 degli avversari, trascinati dai 27 complessivi di Devin Booker e dalle prestazioni di Deandre Ayton e Chris Paul, entrambi in doppia-doppia (14 punti e 10 rimbalzi il bahamense, 13+10 assist l’ex Clippers, Rockets e Thunder). Senza Bradley Beal, a riposo nel secondo match di un back-to-back, non bastano agli Wizards 24 punti di Raul Neto né la tripla-doppia di Russell Westbrook (17 punti, 14 assist, 11 rimbalzi): Washington ha due vinte e due perse nella lunga serie di trasferte che passerà dalla sfida a Utah e si concluderà a Sacramento nel giro dei prossimi cinque giorni.
PORTLAND TRAIL BLAZERS-DETROIT PISTONS 118-103
Le partite si vincono molto spesso con le decisioni prese prima del loro inizio. E quella di coach Terry Stotts di tenere a riposo Jusuf Nurkic in vista della probabilmente più impegnativa sfida contro Miami (seconda di un back-to-back interno) è vincente, soprattutto perché il suo sostituto, Enes Kanter, è il miglior giocatore della partita vinta comodamente dai Blazers contro Detroit: il turco realizza una prestazione monstre da 24 punti e soprattutto 30 rimbalzi (12 dei quali) offensivi, una quantità di palloni raccolti sotto le plance che in Nba non si vedeva dal 2018. Oltre a Kanter, non vanno però dimenticati i “gemelli del canestro” Damian Lillard e C.J. McCollum: 27 punti e 10 assist per il primo, 26 per il nativo di Canton, Ohio, in una partita dall’andamento scontato fin dalle prime battute. I Pistons si limitano a quattro uomini in doppia cifra, guidati dai 21 di Josh Jackson: troppo poco per pensare di uscire dal Moda Center con una vittoria.
GOLDEN STATE WARRIORS-HOUSTON ROCKETS 125-109
Curry dipendenti? Molto probabilmente sì, ma è sempre un piacere per gli appassionati di pallacanestro (anche se non tifosi di Golden State) vedere all’opera il due volte Mvp della regular season, che realizza per la sesta gara consecutiva almeno 30 punti. Contro Houston sono 38 i punti di Steph, che ne segna 23 nel solo terzo periodo, rintuzzando il tentativo di rimonta dei Rockets prima dell’allungo finale da parte degli Warriors, che consolidano la decima posizione ad Ovest (l’ultima utile per il play-in tournament) e allungano a una partita e mezzo il vantaggio su New Orleans. Oltre a Curry, meritano menzione per Golden State anche i 25 punti di Andrew Wiggins e i 21 di Jordan Poole, che annullano, dall’altra parte, i 30 di un generoso John Wall e la doppia-doppia da 18 punti e 11 rimbalzi di Kelly Olynyk. Unica nota negativa per Golden State è l’infortunio nel secondo periodo di James Wiseman, toccato duro da Kenyon Martin jr e atterrato male sul ginocchio: le sue condizioni saranno valutate nella giornata di domenica.
CLEVELAND CAVALIERS-TORONTO RAPTORS 115-135
Non è proprio una sfida fra due difese d’acciaio, ma è comunque un match che può avere il suo peso nella corsa al torneo intermedio di qualificazione ai playoff: a vincerlo sono i Raptors, grazie alla prestazione da ricordare di Gary Trent jr: l’ex Portland mette a segno 44 punti con 17/19 al tiro, 20 solo nel secondo periodo, in una partita che Toronto domina dall’inizio alla fine, con 87 punti segnati prima dell’intervallo lungo (record di franchigia) e i numeri interessanti di Malachi Flynn (20 punti e 11 assist) che vanno ad aggiungersi a quelli pazzeschi di Trent. Cleveland non è mai in partita e i 29 punti di Collin Sexton non riescono ad evitare l’ennesima sconfitta di una stagione che resta amara per una franchigia che, dopo l’addio di LeBron James nell'estate 2018, fa davvero fatica a trovare una propria identità.