Sono passati poco più di 44 mesi dal 12 agosto 2017, giorno in cui andò in onda, in diretta mondiale, l’ultima sfortunata esibizione agonistica di Usain Bolt, la finale della staffetta 4×100 metri ai mondiali di Londra, nel corso della quale il velocista giamaicano, durante la sua frazione, la quarta, fece una smorfia di dolore a metà rettilineo e cadde a terra dolorante.
Usain, il cui cognome Bolt potrebbe essere l’acronimo di Bello Oltre Limiti Terrestri, ha rappresentato per oltre un decennio l’assoluta icona dell’atletica mondiale ma, ancora oggi, a quasi 4 anni dal suo ritiro ufficiale, avvenuto a neanche 31 anni, riempie sempre i titoli dei media di tutto l’universo per qualsiasi attività lo riguardi, sia sportiva come quando ha provato a fare il giocatore di calcio, che di vita personale.