Quando l’Inghilterra tentò di introdurre la tessera del tifoso

Successe a metà degli anni Ottanta, dopo la guerriglia di Kenilworth Road. Alla fine però non se ne fece nulla. E forse fu meglio così

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Il tanto abusato modello inglese, invocato in Italia ogni qualvolta accadono episodi violenti in relazione ad una partita di calcio, indica l’insieme delle leggi adottate dal governo Thatcher negli anni Ottanta per debellare l’hooliganismo dentro e fuori gli stadi. La parola d’ordine erano prevenzione e repressione, esplicate attraverso l’innalzamento di barriere e recinzioni, la certezza della pena e un generale stigma nei confronti dell’intera categoria dei tifosi – giudicati persino alla stregua di «nemici interni» della nazione.

Oltre alle gabbie, tuttavia, era stato pensato un altro strumento per controllarne e limitarne i movimenti: prevedeva l’utilizzo di una membership card, ovvero una sorta di tessera del tifoso, che limitasse l’accesso alle gradinate ai soli sostenitori della squadra di casa, in modo tale da tagliare fuori quelli ospiti. L’idea era venuta a David Evans, presidente del Luton Town nonché parlamentare conservatore, all’indomani della guerriglia di Kenilworth Road.

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