Intervistato dalla Reuters, Andrea Agnelli, alla domanda se il progetto della Super League potesse andare avanti dopo l'abbandono di così tanti club, ha risposto: "Con tutta franchezza, a essere onesti, no. Evidentemente non è il caso". Poi ci ha pensato la Juve a mettere le cose in chiaro con un comunicato che decreta la fine del progetto Super League così com'era stato inizialmente concepito.
Questa la posizione ufficiale del club bianconero: "Con riferimento al comunicato stampa diramato da Juventus Football Club S.p.A. in data 19 aprile 2021, relativo al progetto di creazione della Super League, e al successivo dibattito pubblico, l’Emittente precisa di essere al corrente della richiesta e delle intenzioni altrimenti manifestate di alcuni club di recedere da tale progetto, sebbene le necessarie procedure previste dall’accordo tra i club non siano state completate. In tale contesto, Juventus, pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali del progetto, ritiene che esso presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito. Juventus rimane impegnata nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l’intero movimento calcistico".
Il progetto iniziale, quindi, è un pallido ricordo. Restano le conseguenze. C'è un fatto ormai assodato: Andrea si è fatto troppi nemici, sia esterni che interni. Tutte le grida di dolore di chi si è stracciato le vesti per quello che è stato visto come un attentato alla purezza del calcio (che tra l'altro il pallone aveva perso da un bel pezzo), da capi di Stato, ministri, parlamentari e presidenti di ogni genere e grado a uomini di calcio vero, allenatori e giocatori. Una situazione difficile da sostenere.
A tutto questo vanno aggiunti la drammatica situazione economica del club e i rapporti non certo idilliaci con il cugino John Elkann, che da tempo fanno pensare a un cambio di rotta in casa Juve. Si parla del possibile avvicendamento, alla guida bianconera, con un altro cugino, Alessandro Nasi, stimatissimo manager di alto livello. In questo caso, oltre a mettere mano alla gestione societaria, ci sarebbe anche una rivoluzione tecnica, con Pirlo, scommessa dello stesso Andrea, destinato a lasciare la panchina bianconera dopo un anno da dimenticare. Proprio oggi ricorre l'anniversario dell'ultimo scudetto targato Allegri. Sono passati solo due anni ma sembra un secolo.