La Liga non imporrà sanzioni ai club ribelli, Real Madrid, Barcellona e Atletico. Lo ha spiegato il presidente Javier Tebas "Non vogliamo tagliare teste, non è il momento di parlare di sanzioni. Evidentemente hanno intrapreso un’azione pericolosa ma non è stata consumata - ha spiegato in conferenza insieme ai presidenti di Siviglia, Valencia, Levante, Betis e Villarreal -. Se continueranno a lavorare per la creazione della Super League vedremo, ma ora non bisogna correre, non c’è alcuna intenzione sanzionatoria. E poi i 12 club sono già stati sanzionati a livello di reputazione, colpiti dal disprezzo dei tifosi e dal no espresso da politici di grandissimo rilievo come Draghi, Johnson o Macron”.
Tebas usa parole dure soprattutto nei confronti del patron del Real Madrid, Florentino Perez. "Dice che senza la Super League il calcio nel 2024 sarà morto e non è così. Tutto il contrario. Siamo sanissimi e non c’è alcun bisogno di misure eccezionali. Vogliono i soldi perché hanno sei Ferrari e vogliono la settima, quando invece devono pensare a ridurre i costi e a contenere i salari che sono inflazionati - il duro attacco -. Dicono che il loro progetto non distruggerebbe i campionati locali ed è vero il contrario: non ci sono i soldi per una Superlega e per i campionati locali: se li prendono loro a noi non resterebbe nulla, non ci sono tv disposte a pagare quanto dicono loro. Se andassero avanti, la Liga perderebbe un miliardo all’anno. E se già ora c’è differenza economica tra grandi e piccoli club, diventerebbe insostenibile. O Florentino Perez non conosce la realtà o mente. E visto che si tratta di un grande imprenditore non penso che non conosca la realtà. Ora piuttosto vediamo se Barcellona e Real Madrid vorranno partecipare alla prossima Champions: lo si fa in maniera volontaria, inviando una richiesta alla Uefa in maggio e così facendo si accettano le regole della competizione. Manca poco alla scadenza".".
Il presidente della Liga ne ha anche per Joan Laporta, numero 1 del Barcellona. "Ha detto che la Super League è assolutamente necessaria? Beh, non so a cosa si riferisce. Perché tedeschi e francesi non sono mai stati dentro e gli inglesi non ci torneranno più. Gli restano poche squadre, perché anche le italiane si stanno defilando. Parlare di riforma è corretto, e per questo sono entrato nel Comitato Esecutivo della Uefa, ma non si può attuare in questo modo, facendo pressioni di questo tipo. La Superlega è morta, mi sembra addirittura cinico continuare a parlarne, senza i tre Paesi che ho citato dove vanno?".