I VOTI

Le pagelle tricolori: Conte e Lukaku da 10, Hakimi e Lautaro sul podio

I voti ai protagonisti del 19esimo scudetto nerazzurro

Uno scudetto nel segno della Lu-La, la coppia d'attacco più prolifica che si possa immaginare, ma anche nel segno dei giovani italiani, quelli che sono cresciuti sotto la guida del maestro Conte, il tuttocampista Barella e il quasi insuperabile Bastoni. Ma anche uno scudetto costruito con gli incastri giusti dall'allenatore, capace di sfruttare la velocità di Hakimi e di riscoprire il patrimonio tecnico di Eriksen

Handanovic 7 – Nelle ultime uscite ha dato qualche segno di cedimento ma poi ci sono anche i numeri e quelli dicono che di Handanovic ci si può ancora fidare. Il portiere nerazzurro, in questo campionato, detiene il record di partite chiuse senza incassare gol. E non sarà solo merito della difesa.

Padelli sv.

Radu sv.

De Vrij 8 – Leader maximo di un reparto che ha quasi sempre funzionato come un orologio svizzero. Nel pieno della sua maturità, ha dimostrato che i soldi del suo ingaggio (è arrivato a costo zero) sono stati spesi nel migliore dei modi, con la sola parentesi dello stop per Covid che gli ha tolto qualcosa.

Skriniar 8 – Un muro invalicabile, come si era rivelato ai tempi di Spalletti. Reduce da un finale di stagione 2019-20 con qualche incomprensione, si è ripreso di prepotenza il posto in squadra e ha anche contribuito non poco alla causa con le sue incursioni puntuali in area avversaria.

Bastoni 8,5 – Il giocatore del presente e del futuro per l’Inter e per la Nazionale azzurra. Una crescita esponenziale la sua, una personalità che non lascia spazio ai dubbi, puntualità nelle chiusure difensive e un piede sinistro educato capace di impostare da dietro, senza avere mai paura.

Ranocchia 6,5 – Di questa squadra in passato è stato anche capitano e in questa seconda parte della sua carriera ha fatto capire che quella fascia non era usurpata. Professionista serissimo, ha fatto la sua figura quando è stato chiamato in causa da Conte.

Kolarov 5 – L’unica operazione veramente in perdita del mercato estivo 2020. Preso come doppia alternativa per i ruoli di esterno sinistro e difensore centrale, ha giocato poco e niente e quando ha giocato non è mai stato convincente.

D’Ambrosio 6,5 – Non è stata una stagione semplice tra infortuni e Covid più un contratto in scadenza non rinnovato che potrebbe averlo in parte condizionato. Usato più da centrale che da esterno, ha però contribuito alla causa con i suoi gol di testa.

Darmian 7,5 – Meriterebbe l’Oscar come migliore attore non protagonista per l’approccio straordinario a questa nuova avventura. Ha accettato la panchina senza fiatare, ha giocato a destra o a sinistra guadagnandosi sempre delle sufficienze abbondanti, ha segnato gol decisivi.

Brozovic 7,5 – Fino a un anno fa si diceva “ci vorrebbe qualcuno al posto di Brozovic”, adesso si dice “difficile trovare qualcuno che possa prendere il posto di Brozovic”. Non un regista classico, ma un punto di riferimento costante per il centrocampo pur nella sua atipicità altamente produttiva.

Barella 8 – Un vero gioiello, pagato una cifra considerevole al momento di prenderlo dal Cagliari, cifra che oggi potrebbe essere recuperata con abbondanti interessi. Argento vivo addosso, voglia di arrivare e di superare i propri limiti, magari un po’ stanco sul finire della stagione condotta tutta ad altissimi ritmi e ad altissimi livelli.

Gagliardini 6,5 – Spezzoni di partita quando serviva far rifiatare il terzetto diventato intoccabile da un certo punto in poi, tanta buona volontà per un giocatore che quando venne preso dall’Atalanta aveva caratteristiche diverse da quelle che gli si riconoscono oggi.

Sensi 6 –Un’altra stagione molto sfortunata, con ripetuti guai fisici che non gli hanno impedito di essere apprezzato da Roberto Mancini (più che da Conte), qualche giocata di qualità, qualche scorcio di partita disputato in maniera più che onorevole, la sensazione di aver dato una piccola parte di quello che può dare.

Vecino sv.

Vidal 6 – Voluto a tutti i costi da Conte che se lo ricordava ai tempi della Juve, nella prima parte della stagione si è guadagnato la sufficienza con quel gol di testa alla Juve che vale un bel pezzo del suo ingaggio, ma ha fatto arrabbiare il suo allenatore più di quanto sia stato capace di farlo felice.

Hakimi 9 – Lo fermi chi può. E si salvi chi può (quasi nessuno). Quando parte in progressione sul binario di destra, questo ragazzo diventa irraggiungibile per chiunque grazie anche alla sua intelligenza nel saper scegliere il momento giusto. Giovane età, gol e assist lo rendono il diamante più luminoso di questo gruppo, ammirato da mezza Europa.

Young 7 – Disciplina ed esperienza lo hanno reso utilissimo nella prima parte della stagione, prima che uscissero le qualità di Perisic e l’affidabilità di Darmian. Mai troppo appariscente, caratteristica che può essere letta soprattutto in chiave positiva e che lo promuove.

Eriksen 7– Non poteva avere disimparato a giocare, secondo logica erano le incomprensioni tattiche con Conte a escluderlo costantemente dalla squadra titolare. Poi una sera ha segnato un gol-capolavoro nel derby di Coppa Italia e allora è cambiato tutto e ciao Vidal.

Perisic 7 – Tra lui e il fumo negli occhi, Conte forse un anno fa avrebbe preferito il fumo negli occhi. Poi però il croato, atleta vero, ha dimostrato di saper percorrere tutta la fascia sinistra senza perdere del tutto la sua vocazione all’assist. E allora ha iniziato giocare con costanza.

Lukaku 10 – Avere una portaerei di riferimento in mezzo al mare è già un passo avanti verso un trionfo in guerra. Avere Lukaku in attacco è più o meno la stessa cosa, perché appoggiarsi sui muscoli di quel gigante significa tante cose in una volta sola: spaventare gli avversari, tenere la palla lontana dalla propria area, guadagnare sempre metri e spesso anche palle inattive preziose. Soprattutto, significa una dote di gol infinita, magari da un certo punto in poi condizionata da una certa stanchezza, però mai resa inoffensiva.

Lautaro Martinez 9 – Grandissimi lampi di classe, giocate che hanno lasciato il segno sulla classifica e negli occhi della gente. Un’intesa perfetta con il suo compagno d’attacco Lukaku, momenti di altissimo livello con qualche piccola pausa che non inficia il suo voto elevatissimo.

Pinamonti 5 – Arrivato all’Inter dopo la parentesi al Genoa, è stato inserito in qualche proposta di scambio ma poi è rimasto per giocarsi le sue possibilità, salvo poi imbattersi in un allenatore del quale non è riuscito a capire del tutto le idee tattiche.

Sanchez 6,5 – Ha segnato qualche gol prezioso, ha dato un contributo importante nella seconda parte della stagione e subentrando dalla panchina. Doveva partire a gennaio e invece è rimasto, anche se non sempre convinto al cento per cento.

Conte 10 – Come ha detto Juric prima di Inter-Verona, “l’Inter è la squadra con la rosa più forte ma ha la rosa più forte perché ha Conte”. Se lo dice lui che è un allenatore di alto livello, dobbiamo credergli. E forse è proprio questo il segreto di questo allenatore: chi lo ama lo segua perché chi lo segue arriva lontano. Perditempo astenersi. C’era forse un solo allenatore in grado di scucire lo scudetto dalle maglie della Juve proprio come ce l’aveva ricucito nel 2012 dopo un lungo periodo di Purgatorio.

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