VERSO PSG-CITY

Neymar e Mbappé contro le idee di Pep: calcio spettacolo a Parigi

Non è soltanto il derby degli emiri: la semifinale di Champions è lo scontro tra il meglio dell'Europa del pallone

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Semplificando al massimo si potrebbe inquadrare come la sfida tra grandi campioni e un collettivo quasi perfetto ma si farebbe un torto alle individualità del Manchester City (De Bruyne, Foden ed Ederson su tutti) e all'organizzazione di gioco predicata da Pochettino. In realtà la semifinale di Parigi è semplicemente uno dei momenti più alti del calcio europeo. Guardiola non è mai stato così vicino al sogno di portare a casa la Champions League lontano da Barcellona, il Psg non ha ancora mandato giù la finale persa lo scorso agosto. 

Pep ha appena vinto la coppa di Lega ed è a un passo dal suo terzo "scudetto" inglese, ma non è un mistero che il suo sogno sia quello di conquistare il trofeo europeo più prestigioso per spegnere per sempre le fastidiose vocine che gli ricordano come la Champions l'abbia alzata solo perche poteva allenare Messi, Xavi e Iniesta. I fuoriclasse che cambiano le partite, ora, sono dall'altra parte. Neymar e Mbappé sono il massimo che un allenatore possa sperare e Pochettino sta, poco a poco, cercando di trovare il giusto mix tra le qualità individuali dei suoi campioni e le esigenze del collettivo. 

Il Psg, da quando è arrivato l'allenatore argentino, ha esasperato il suo gioco posizionale cercando di sfruttare la capacità di muoversi tra le linee di Neymar, Di Maria e Verratti, chiamati a manipolare la disposizione avversaria sulla trequarti per la ricerca della profondità di Mbappé. Difficile però immaginare un City più attento a contrare l'enorme carica offensiva del Psg che a sviluppare il consueto calcio propositivo. Guardiola ha ormai deciso di puntare sul falso nueve, alternando De Bruyne e Bernardo Silva in quella posizione e sfruttando i tagli di Mahrez e Foden verso il centro. Entrambe le squadre in campo stasera a Parigi, insomma, non potranno sbilanciarsi più di tanto. Difficile pensare, comunque, che sarà una partita noiosa.