Talento da giocatrice e ora da allenatrice, con tante nuove attività tra cui la pubblicazione di un libro e la gestione di un bistrot sui Navigli milanesi, il Sifà Bottega. Francesca Schiavone ha vinto ancora e la sua vita viaggia a gonfie vele. Le difficoltà degli ultimi anni lasciano spazio a una voce entusiasta, che apre a un futuro radioso: "Sto benissimo, e questa è la cosa più bella da dire. Sono tranquilla e motivata a fare bene tutto ciò che sto costruendo".
Un presente ricco di impegni, che le offrirà anche il debutto in una veste nuova in cabina di telecronaca. Assieme a Giampaolo Gherarducci, infatti, Francesca sarà la voce che ci accompagnerà dal 10 al 16 maggio sulle reti Mediaset per vivere la magia degli Internazionali BNL d'Italia: "Ci saranno grandi giocatori e match d’altissimo livello. La cosa più bella sarà il far ascoltare commenti specifici agli spettatori, dettati dall’esperienza diretta che ho vissuto sul campo. Questa è una cosa molto stimolante per me".
Nella entry list della rassegna romana c'è anche il nome di Petra Martic. Croata, numero 24 al mondo, seguita proprio da Francesca Schiavone: "L’esperienza di allenatrice è totalmente nuova, però c’è un filo diretto tra ciò che vive l’atleta, quindi gli allenamenti, le partite, l’emozioni, e ciò che vivo io. C’è un passaggio importantissimo da fare per diventare un buon coach: da allenatore devi avere le 'orecchie da elefante'. Per ascoltare sempre il giocatore, ciò di cui ha bisogno e cosa pensa. Cercare la chiave per aprire la sua porta".
Il tennis è ancora il posto felice di Francesca, che però ha conosciuto il mondo della ristorazione e a quello della scrittura (nel 2020 ha pubblicato il libro "La mia rinascita"). Quale delle tre è la versione che preferisce? "La Francesca che preferisco è quella che comunica con la gente. Cosa che prima mi mancava, un po’ per difesa, un po’ per carattere. Poi cresci. Questa comunicazione ora continua con nuove persone, nuovi amici. Ora parlo con il sorriso, ed è diverso rispetto a 10, 20 anni fa. Ci sono stati passaggi che mi hanno stimolata a cambiare. Oggi ho l’obbligo di mettermi a disposizione di tutti. Quando sei giocatore, lo fanno gli altri per te".
Una vittoria sfiorata in doppio, quattro volte ai quarti di finale in singolo, 18 vittorie bilanciate da 18 sconfitte. Il percorso agli Internazionali d'Italia rievoca dolci pensieri a Francesca: "Ricordo benissimo la prima volta che vi partecipai, quando avevo 19 anni. Rimasi stra-affascinata da tanta grandezza, da questo stadio immenso. Persi contro una rumena, Ruxandra Dragomir, in un match durissimo, però in quel momento il mondo iniziò a conoscermi e piano piano cominciai a vincere i primi match da professionista. Gli Internazionali di Roma per un italiano possono illuminare, ma anche abbagliare. Quando inizi c’è molta agitazione e desiderio di fare molto bene, questo può giocare sia a favore che contro. Ma nel momento in cui capisci che è tennis, indipendentemente da quello che c’è fuori, l’unica cosa che puoi fare è ricevere la forza di un fortissimo pubblico".
Quello di Roma è il torneo su terra rossa più importante al mondo dopo lo Slam del Roland Garros che lei conosce benissimo, avendolo vinto nel 2010 ai danni di Samantha Stosur. Iconica l'esultanza finale, in cui Francesca si è letteralmente sdraiata sulla sabbia per poi baciarla. Ora quella sabbia la custodisce con gelosia: "L’ho messa in un vaso in cristallo chiuso con scritto Roland Garros. È bellissimo. Il modo in cui è fatto, con i sassolini sul fondo e poi la terra rossa, meravigliosa, sopra. Che si è sbiadita, ma che la tengo viva nel mio cuore".
Ma lo sguardo non può che essere al presente e sugli italiani che saranno impegnati in suolo romano: "Ci sono delle realtà importanti. Sinner è eccellente: cresce, spicca e in ogni momento può fare semifinale o vittoria in qualsiasi torneo e in qualsiasi condizione. Berrettini è solido, ha trascinato il gruppo maschile dei giovani e lo sta tirando ancora. Sonego è un grande lavoratore, con una forza di volontà che in campo si sente. Fognini è il veterano, che ha stimolato tutti a raggiungere le vette del tennis. Il presente a Roma e in tutti i tornei dell’anno è roseo. In futuro, poi, arriverà la vittoria di uno Slam e della Coppa Davis".
Un ricambio generazionale mancato invece per quanto riguarda il tennis rosa: "È mancato il passaggio di testimone con le ragazze degli anni '80. Nel settore femminile c’è molto margine, quando si penserà a far crescere le nuove leve, tutto rientrerà. È un ciclo: c’è stato nel maschile con Panatta e non solo, poi noi, ora ci sono i ragazzi. Sono cicli, però sicuramente un passaggio di testimone ci vorrebbe. Invece è mancato".