L'uno lo ha voluto a tutti i costi, al punto di minacciare le dimissioni immediate in caso contrario, e poi lo ha rifinito come fosse un diamante grezzo facendone una gemma preziosissima, unica. L'altro lo ha trovato, lo ha cresciuto e lo ha affinato: lo ha preso "promessa" e ne ha fatto "certezza". Antonio Conte ha investito su Lukaku e Lautaro al suo primo anno nerazzurro e ha poi raccolto a piene mani al secondo: una coppia di attaccanti potenzialmente perfetta divenuta tale solo grazie al lavoro metodico, ripetitivo, assiduo e asfissiante del tecnico nerazzurro. Oggi la LuLa è una garanzia, nonché un patrimonio quasi inestimabile del club nell'attuale panorama calcistico. Assieme, nonostante l'astinenza delle ultime settimane (a Crotone altri due pali a testa, dopo i quattro colpiti contro Napoli e Spezia) valgono quasi la metà dei gol dell'intera squadra: la loro intesa è il marchio indelebile sullo scudetto numero 19 dell'Inter.
Lukaku ha saltato una sola partita di campionato, con il Parma all'andata. Lautaro è sempre stato presente. Il belga è stato sostituito sette volte e in 3 occasioni è partito invece dalla panchina. L'argentino è subentrato sette volte, in altre 20 ha lasciato il posto ai compagni (quasi sempre a Sanchez). Assieme, si diceva, hanno realizzato 36 gol: poco meno del 50% del totale nerazzurro. Lukaku ha siglato 21 reti (5 su rigore), spalmate in 17 partite, 1 gol ogni 127 minuti: solo in un caso quando è andato a segno l'Inter non ha vinto, nel derby di andata. Ha accusato, da l punto vista realizzativo, una flessione solo nell'ultimo mese, rimanendo a secco per cinque partite: con Romelu in campo la media dell'Inter è di oltre due punti e mezzo a partita. Lautaro, senza rigori, ha realizzato 15 gol, 1 ogni 154 minuti: a segno in 12 partite, ha avuto rispetto al compagno astinenze più ripetive (che gli sono costate anche critiche pesanti, specie per alcune grandi occasioni fallite in momenti delicati della stagione), ma le sue reti sono comunque coincise con 10 vittorie e 2 soli pareggi. Quando è entrato nel tabellino marcatori, l'Inter non ha insomma mai perso. Ma rispetto a Lukaku, va sottolineato come il Toro abbia cambiato anche il proprio raggio d'azione, ripiegando spesso anche sulla linea del centrocampo, svolgendo all'occorrenza anche un preziosissimo e sfiancante lavoro di copertura. Entrambi, infine, sono stati uomini-assist preziosi: 10 i passaggi vincenti di Lukaku, 8 quelli di Lautaro.
Questi, insomma, i numeri che mai come stavolta sono esplicativi ed esaurienti. Ma all'intesa calcistica si deve poi aggiungere e sottolineare quella umana, un feeling istantaneo consolidato a Appiano e consacrato poi a San Siro e negli altri stadi nei quali l'Inter ha costruito la sua annata vincente. Un tricolore, il 19esimo della storia nerazzurra, che inevitabilmente sarà sempre ricordato anche come lo scudetto della LuLa.