LE PAROLE

Infantino e la Super League: "Con Juve, Real e Barcellona saremo rigorosi"

Il presidente della Fifa: "Dobbiamo trovare soluzioni comuni a problemi comuni"

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Un discorso a 360 gradi per far capire da che parte è la Fifa e dove dovrà andare il calcio moderno, anche in previsione degli scenari futuri. Specialmente dopo il terremoto della Super LeagueGianni Infantino ha messo tutto sul piatto nell'intervista concessa al quotidiano sportivo spagnolo As. Sono il presidente della FIFA e la mia responsabilità è difendere tutto il calcio ovunque. Ciò include club, leghe e federazioni di tutto il mondo, siano esse piccole, medie o grandi, con diversi livelli di sviluppo", ha detto il presidente.

"Sosteniamo la UEFA nel suo rifiuto della Super League. Siamo contrari e ci opporremo sempre a qualsiasi competizione che non faccia parte della struttura internazionale del calcio e che minacci l'unità e la solidarietà, che dovrebbero sempre esistere nella piramide del calcio, che lega il calcio di base e quello amatoriale con i protagonisti di questo sport. Detto questo, è anche mio obbligo mediare tra le parti in modo che inizi un dialogo profondo e costruttivo alla ricerca di soluzioni positive. Dobbiamo affrontare insieme i problemi del calcio", ha spiegato con convinzione il numero uno del calcio mondiale.

Infantino si è poi soffermato sulle eventuali sanzioni ai club che hanno dato dato il via al progetto poi naufragato: "Esistono meccanismi di controllo che garantiscono la solidarietà affinché le squadre meno privilegiate possano beneficiare, anche se solo in parte, del successo e della popolarità dei più famosi e potenti. Per quanto riguarda le sanzioni, ci sono organi competenti e indipendenti che analizzeranno cosa si può e si deve fare al riguardo, quindi non è mio compito parlarne. Ovviamente, ciò non significa che escluda l'applicazione di sanzioni a livello nazionale, continentale o globale. L'ho detto una volta e lo ripeto ora con chiarezza: o i club vogliono far parte delle strutture del calcio o dovranno affrontarne le conseguenze".

Il calcio ha dalla sua parte il bacino dei tifosi: "Devono essere al centro di tutto ciò che facciamo. Senza i tifosi e la loro passione, il calcio non sarebbe quello che è, e dobbiamo tenerlo a mente. Il calcio è e deve essere fondamentalmente per i tifosi, e dobbiamo trovare modi per proteggere i loro interessi. Gli investimenti nel calcio sono ben accetti, ma fintanto che sono trasparenti e ci sono meccanismi di controllo che garantiscono un equilibrio competitivo, oltre che un settore sano e sostenibile".

C'è poi il tema di come riuscire a riformare il calcio: "Mantenere tutto esattamente uguale potrebbe non attrarre un pubblico più giovane come prima, ed è per questo che penso che dovremmo discutere, espandere e, francamente, se è possibile avere meno partite ma renderle più interessanti. Forse con nuovi formati e con più playoff". Poi l'affondo sui tre club Juve, Real e Barcellona che continuano a perorare il progetto della Super League: "Conosciamo tutti l'importanza di questi grandi club e come sono in grado di far emozionare i loro milioni di fan sia nei loro paesi che in tutto il mondo, ma dobbiamo anche prenderci cura dei club che non sono così grandi, di quelle leghe e federazioni che non sono in cima alla piramide. Dobbiamo garantire che il calcio cresca e venga giocato in tutto il mondo. La UEFA deciderà quale sia l'azione più appropriata da intraprendere nelle sue competizioni. Certo, dobbiamo essere rigorosi e disposti ad agire con fermezza, ma senza perdere di vista la possibilità di cercare di trovare soluzioni comuni a problemi comuni".

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