Nel momento in cui una perdita di sangue alla testa ha costretto Victor Osimhen ad abbandonare il campo di gioco nella partita del 2 maggio scorso contro il Cagliari, Gennaro Gattuso aveva compreso di aver perso la sua arma più affilata. Autore del gol del momentaneo vantaggio e di un gol annullato per un presunto fallo su Godin, il centravanti nigeriano aveva fatto praticamente reparto da solo, dando nuovamente dimostrazione della sua consolidata centralità nel gioco degli azzurri. Un gol valido e uno annullato, per molti ingiustamente, e una serie di scatti e di allunghi in solitaria non solo lo avevano confermato come migliore in campo ma ne avevano anche accertato lo status di centravanti titolare degli azzurri. Uno status del quale era stato esautorato solamente da una serie di sfortune a livello fisico da novembre 2020 a marzo di quest’anno, periodo nel quale l’africano è stato troppo frettolosamente bollato come pacco, visti i 70 milioni d’euro spesi per lui.
Un controllo difettoso o un tiro sbilenco erano diventati scusa per attaccarlo facilmente, fino a quando con i fatti ha dimostrato che si era trattato, appunto, di un periodo di riassestamento. Eh sì, anche perché a inizio campionato Osimhen aveva iniziato con il piede giusto, e le ultime prestazioni ne hanno confermato l’efficacia in campo aperto, in quegli ultimi 40 metri nei quali il nigeriano appare devastante.