Sarà stato il silenzio stampa o il recupero di giocatori chiave (Osimhen su tutti), resta il fatto che il Napoli vola verso la Champions, segna 9 gol in due partite (raggiungendo quota 83 in campionato) e mette insieme 39 punti nel girone di ritorno. Quello che più impressiona, però, è la facilità con cui riesce ad arrivare in porta, una caratteristica vista soltanto a sprazzi nel corso della stagione.
Nel giudicare il lavoro di Gattuso, però, non si può non considerare i tanti, troppi, problemi che hanno funestato la stagione del Napoli, tra infortuni e Covid. Il primo pensiero va a Osimhen, il pezzo forte del mercato estivo, costretto a restare a guardare per troppo tempo. Con lui in campo Gattuso può contare su una punta capace come pochi di sfruttare la velocità per allungare le difese avversarie e permettere ai centrocampisti offensivi, o agli attaccanti esterni, di trovare spazi sulla trequarti.
La forza offensiva degli azzurri è impressionante. Basti pensare alle tante alternative di qualità sulle fasce o in mezzo (Politano, Lozano, Zielinski, Fabian Ruiz, Mertens, Elmas, Insigne, Osimhen, Petagna...), oltre alla possibilità, a seconda delle partite o dei momenti diversi della gara, di alternare un organizzatore di gioco come Demme a un centrocampista più fisico come Bakayoko. In molti hanno definito il Napoli come una delle poche squadre italiane che sappia sfruttare le caratteristiche del calcio europeo. In effetti certe situazioni (i cambi di gioco, le sovrapposizioni continue degli esterni bassi e la costruzione palla a terra) possono essere inserite nel playbook delle grandi del continente. Per abbinare queste caratteristiche ai risultati, però, c'è stato bisogno di recuperare dei giocatori fondamentali della rosa. Il resto lo ha fatto Gattuso. Il suo successore dovrà essere capace di fare meglio. E non sarà per niente facile.