La pallavolista Lara Lugli ha vinto la propria battaglia e a pochi giorni dall'udienza che l'avrebbe portata in tribunale insieme al Volley Pordenone, la società friulana ha ritirato la citazione e ottemperato a ogni obbligo nei suoi confronti. Qualche mese fa la pallavolista aveva reso pubblica la sua vicenda, quando la società di Pordenone, interrompendo i pagamenti, le aveva chiesto i danni per essere rimasta in dolce attesa durante la stagione causando, secondo il club, il declino in classifica della squadra.
Immediate le reazioni nel mondo dello sport, non solo nel volley, e i gesti di solidarietà, ma a pochi giorni dall'udienza fissata per il 18 maggio la società ha fatto dietrofront, ritirando la richiesta danni e pagando il mese rimasto in arretrato evitando così di trascinare la vicenda in tribunale. Un caso che a modo suo farà comunque giurisprudenza.
"È una grande vittoria per tutti – ha dichiarato l’ex giocatrice - ed era molto importante che questa causa non entrasse nemmeno in un Tribunale a dimostrazione della sua infondatezza. È un forte segnale per tutte le donne, non solo atlete che si trovano a dover affrontare queste situazioni assurde. Voglio ringraziare tutti quelli che sono stati al mio fianco".
Soddisfatto anche il presidente di Federvolley, Giuseppe Manfredi: "È assolutamente inaccettabile considerare la maternità quale giusta causa di risoluzione contrattuale imputabile a una futura mamma. Posso inoltre anticipare che nel prossimo Consiglio federale sarà proposta la costituzione di una Commissione Pari opportunità, finalizzata in primo luogo, al monitoraggio, la promozione e il sostegno dei diritti delle atlete".