E' morto a 82 anni Tarcisio Burgnich. L'ex difensore protagonista della epopea calcistica della Grande Inter di Helenio Herrera negli Anni '60 è scomparso nella notte in Versilia, dove viveva da molti anni. Oltre ad aver vinto tutto con la maglia nerazzurra (4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali) era stato anche campione d'Europa con l'Italia nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970.
Sarti, Burgnich, Facchetti... Così, come un filastrocca mandata a memoria per generazioni, di padre in figlio: la Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrera di cui la Roccia (questo il soprannome che Armando Picchi, glorioso capitano di quella squadra, diede a Burgnich) è stato uno dei pilastri. Difensore arcigno, duro, deciso, senza paura: ha fatto scuola e a lui si sono ispirati, negli anni a seguire i grandi stopper della storia azzurra.
Originario di Ruda, in Friuli, classe 1939, Burgnich è considerato uno dei migliori difensori italiani di sempre. Terzino destro, stopper o libero, dopo essere cresciuto nell'Udinese venne acquistato dalla Juve ma senza trovare sufficiente spazio, poi Palermo e quindi, nel 1962, l'approdo in nerazzurro con Helenio Herrera. All'Inter ci restò per 12 anni, collezionando 467 presenze, segnando 6 gol e conquistando otto trofei: quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Chiuse poi la carriera al Napoli mentre con la maglia azzurra della Nazionale vinse l'Europeo nel 1968 e arrivò in finale a Messico '70, arrendendosi solo al Brasile di Pelè dopo lo storico 4-3 contro la Germania in cui siglò il provvisorio 2-2. Alla fine degli anni Settanta iniziò poi la carriera di allenatore sulle panchine di Catanzaro, Bologna, Como, Cremonese e Pescara, ultima sua esperienza a inizio 2001. Se ne è andato oggi, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa del suo grande capitano, il livornese Armando Picchi.
IL CORDOGLIO DELL'INTER: SARAI SEMPRE LA NOSTRA ROCCIA