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Dall'Arezzo all'Inter: gli addii di Antonio Conte tra sfoghi e divergenze coi club

L'allenatore leccese senza mezze misure, in campo e fuori dal campo: vittorie, trofei e divorzi spesso traumatici

© Getty Images

Il divorzio tra Inter e Antonio Conte chiude due anni contraddistinti da una rivoluzione nella mentalità del gruppo che poi ha portato allo scudetto vinto solo poche settimane fa ma anche diversi momenti di tensione che già lo scorso anno avevano portato vicini al divorzio, consumatosi ieri. D'altronde l'allenatore leccese è personaggio senza mezze misure sia sul campo, dove chiede sacrifici e applicazione ai giocatori, sia fuori dal campo: sin dal 2007, prima esperienza da tecnico all'Arezzo, spesso le sue avventure sono finite in modo traumatico.

AREZZO 2007: LA SFIDUCIA VERSO PIERONI
Stagione difficile la prima da allenatore: partito con un Arezzo penalizzato da Calciopoli, Conte viene esonerato a stagione in corso e al suo posto viene chiamato Sarri. Richiamato, sfiora la salvezza ma a fine stagione se la prende con Ermanno Pieroni, consulente esterno del club, dicendo di aver sbagliato a fidarsi di lui.

BARI 2009: IL RINNOVO 'BREVE'
Dopo la promozione in Serie A arriva il rinnovo ma, solo tre settimane dopo, si dimette: "La società sapeva cosa volesse dire sposare il mio progetto e le mie idee: Conte è questo. Venuta meno la fiducia".

ATALANTA 2009: SOLO TRE MESI
Conte arriva a settembre 2009 in Serie A sulla panchina dell'Atalanta ma dura poco. Cattivi risultati, liti con i tifosi ma anche scarso rapporto con la società visto quanto scritto da Cristiano Doni nell'autobiografia: secondo l'ex capitano nerazzurro, Conte non si sentiva tutelato dal club.

SIENA 2011: CONFERENZA CONTRO TIFOSI E GIORNALISTI
Con il Siena conquista la Serie A ma la burrasca arriva prima, a febbraio quando, prima della trasferta a Modena, attacca giornalisti ("pseudo intenditori che sparano stronzate") e anche a quei tifosi "che non vogliono il bene della squadra, ringraziate il Signore che c’è Conte e state a casa gufi. Noi in Serie A ci andremo e nessuno salga su quel ca..o di carro".

JUVENTUS 2014: IL RISTORANTE DA 100 EURO
Dopo il terzo scudetto consecutivo, Conte vuole di più e a margine della festa per il campionato vinto pronuncia una frase rimasta celebre: "Non si va in un ristorante da 100 euro pensando di pagarne 10". Lo sfogo porta all'addio improvviso con la risoluzione del contratto.

NAZIONALE 2016: NESSUNA PROTEZIONE
Un Europeo da protagonista concluso ai quarti di finale ai calci di rigore, nelle vesti di ct si toglie qualche sassolino dalla scarpa dopo la Germania: "Non ho visto nessuno al mio fianco, non mi sono mai sentito appoggiato da nessuno".

CHELSEA 2018: PROBLEMI DI MERCATO
Scudetto al primo anno, il rapporto si incrina nella seconda stagione soprattutto a causa di divergenze sul mercato: "Con questo organico non sarà semplice arrivare in Champions". Nel luglio 2018 viene licenziato per giusta causa: i Blues gli imputano alcuni comportamenti, tra cui la gestione di Diego Costa, non consoni. Il tecnico poi però vincerà la vertenza dopo essere ricorso alla giustizia inglese.

INTER 2021: IL PROGETTO CAMBIATO
Siamo ai giorni nostri. Già nella scorsa stagione, dopo l'eliminazione in Champions League, Conte aveva imputato all'Inter errori "importanti" sulla composizione quantitativa della rosa "non possiamo fare campionato e Champions in queste condizioni". Poi, a fine Serie A, la prima avvisaglia: "Parlerò col presidente, non è stato riconosciuto il mio lavoro, abbiamo avuto scarsa protezione dal club. E poi solo io mi preoccupo del calendario?". Infine, lo sfogo post Europa League: "Abbiamo visioni diverse, ho dovuto sacrificare anche tempo per la mia famiglia: non voglio fare un altro anno così". Il chiarimento di Villa Bellini aveva portato alla conferma, preludio del cammino trionfale nella Serie A 2020/21. Ma i tagli prospettati da Suning e un progetto secondo il tecnico profondamente diverso da quello che aveva accettato nell'estate 2019 lo convincono ad andare via, ricca buonuscita inclusa.

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