Da un deserto all'altro: da quello di AlUla in Arabia Saudita al Sahel senegalese, la zona di transizione regioni aride sahariane e quelle umide dell'Africa guineana. Il secondo appuntamento Extreme E è ambientato in un Paese bagnato dall'Oceano Atlantico ed a forte rischio ambientale dal punto di vista del cambiamento climatico. Tematiche e progetti nei quali la serie coinvolge nel ruolo di testimonials i propri protagonisti che - nella tappa che ha per base il suggestivo Lago Rosa - potranno contare sulla "consulenza" di Jutta Kleinschmidt, prima (e finora unica) donna capace di vincere la Parigi-Dakar.
Dall'exploit della 58enne campionessa di Colonia sono passati vent'anni: alla guida della Mitsubishi ufficiale, Jutta si impose approfittando anche della squalifica per condotta antisportiva di Jean-Louis Schlesser in quella che sarebbe rimasta l'ultima edizione della gara (la 23esima) a scattare da Parigi ed a terminare a Dakar. E se allora la Kleinschmidt divideva l'abitacolo della Pajero giapponese con Andreas Schulz, anche oggi "al suo fianco" - ma nel ruolo di consulente dell'organizzazione - c'è un connazionale: si tratta di Timo Scheider, pilota del DTM e del Mondiale Rallycross. Nello staff Extreme E (la Kleinschmidt è entrata a farne parte da poco più di due mesi) entrambi hanno un ruolo doppio: essendo infatti ogni squadra necessariamente composta da un uomo e da una donna, in caso di forfait in qualsiasi squadra, Jutta e Timo sono sempre pronti a saltare sull'Odyssey 21 per tappare la falla e consentire al team rimasto "zoppo" di prendere parte alla gara.
Nei giorni scorsi intanto Kleinschmidt, smaltita l'emozione del ritorno sulle rive del Lac Rose a due decenni dal trionfale arrivo del 2001 appunto, ha preso il volante del mezzo per una ricognizione del tracciato, pronta quindi a dare il suo prezioso contributo di informazioni ed esperienza specifica ai piloti che si sfideranno sabato e domenica nella prima edizione dell'Ocean X Prix, ma solo dopo aver partecipato ai progetti lerìgati alla tutela dell'ambiente che - nella filosofia del campionato Extreme E - sono tutt'altro che secondari rispetto al contenuto specificatamente "racing".