In attesa della firma sul contratto e dell'annuncio ufficiale, che potrebbe arrivare tra il weekend e inizio settimana prossima, Inter e Simone Inzaghi iniziano a pianificare il futuro. Si riparte dal 3-5-2 di Conte, è vero, ma tatticamente i punti di contatto sono tanti quanti quelli divergenti, e in ogni caso prima servirà capire la direzione che prenderà il mercato nerazzurro tra possibili addii, conferme e arrivi.
Inzaghi in difesa ritrova De Vrij, che gli sarà utile come play basso (quello che nella Capitale era Acerbi), ma anche Bastoni è abile a impostare, il che sopperirà alla mancanza di Reina, la cui abilità palla al piede è ben diversa da quella di Handanovic nonostante il capitano interista sia notevolmente migliorato negli ultimi due anni. Brozovic potrebbe essere il suo Lucas Leiva, mentre la qualità e le incursioni offensive potrebbero essere garantite da Barella ed Eriksen (senza contare Gagliardini, che spesso era stato accostato ai biancocelesti e gode della stima del tecnico). Si parla già della richiesta di portare il pupillo Luis Alberto a Milano, e in tal caso il danese sarebbe indiziato alla cessione, ma sembra prematuro iniziare già a parlare di entrate.
Due variabili importanti sono gli esterni, anche se Inzaghi li predilige vicini alle punte facendo passare la costruzione del gioco più che altro sulla fascia centrale del campo, e il lavoro delle punte sebbene il nuovo tecnico interista gli lasci tendenzialmente meno compiti difensivi dando una forma diversa alle transizioni. E qui iniziano ad intrecciarsi i discorsi di mercato più concreti visto che Hakimi e Lautaro oltre a rispondere perfettamente all'identikit di cui sopra sono anche i maggiori indiziati ad una cessione, non fosse altro perché sono i giocatori con le richieste più serie. Per il marocchino bussano PSG e Bayern Monaco, sul Toro è vivo il mercato spagnolo, in particolare l'Atletico Madrid (visto che il Barcellona prenderà Aguero e il Real ha altri piani). Diversa la situazione Bastoni, che il club vorrebbe confermare a prescindere.
I famosi 80-100 milioni che devono arrivare dalle cessioni non è detto debbano essere tutti frutto di plusvalenze, serve soprattutto flusso di cassa e le offerte che prevedono poche contropartite saranno valutate con maggiore attenzione, anche a costo di recuperare meno soldi rispetto al valore residuo del giocatore a bilancio.