Lo scorso autunno a Barcellona il suo terzo ed ultimo successo stagionale aveva rilanciato le chances iridate di Fabio Quartararo dopo il calo seguito all'uno-due di inizio stagione a Jerez. Rappresentò invece un episodio isolato nella discesa agli inferi che fece arenare... il Diablo all'ottavo posto finale. Quest'anno però il trend del pilota della Yamaha factory è ben più preoccupante... per la sua concorrenza e per i suoi inseguitori ducatisti.
Tre vittorie in sei gran premi: tante quante quelle collezionate l'anno scorso, l'ultima delle quali proprio a Barcellona. Il leader della classifica arriva in Catalogna con ventiquattro punti di vantaggio (uno in meno di quelli che assegna una vittoria) ma non può ugualmente permettersi passi falsi e passaggi a vuoto. Alle sue spalle, seppur distanziate, ci sono tre Ducati Desmosedici e l'esemplare Pramac più minaccioso di tutti. Con il quarto posto nel GP d'Italia, Johann Zarco ha fatto lo scorso weekend meglio (beh, meno peggio...) dei due piloti del team factory di Borgo Panigale: 81 punti per il francese contro i 105 di Quartararo: curiosamente, lo stesso bottino che - alla vigilia di Baku - permette a Max Verstappen di guidare la classifca generale della Formula Uno, con un GP in meno però e un Hamilton molto più vicino al retrotreno della sua Red Bull!
La missione più difficile spetta però a Barcellona spetta però a Francesco Bagnaia e Jack Miller che (a quota 79 e 74 rispettivamente) hanno assoluto bisogno di ritrovare la via del podio per tenere il contatto "visivo" con Quartararo su di una pista storicamente favorevole alla Yamaha ma che a ben vedere - dal 2017 al 2019 - ha registrato nell'ordine due successi Ducati (Dovizioso e Lorenzo) ed uno Honda (nel 2019 con Marquez). Non meno complicato (ed impellente) il compito che hanno davanti Joan Mir e Maverick Vinales, quinto e sesto delle generale con 65 e 64 punti rispettivamente. Ultima chiamata per la corsa al titolo in entrambi i casi. Per il compagno di squadra di Quartararo, fin qui sempre a punti ma lontano dalla forma che gli aveva permesso di vincere il primo GP dell'anno in Qatar ma anche per il campione in carica, lui pure regolarmente a punti ma raramente quelli "pesanti" che possono permettergli di difendere il titolo messo a segno nel 2020.
A Barcellona l'intero movimento riserverà sicuramente nuove forme di tributo (soprattutto da parte dei suoi colleghi della Moto3) allo sfortunato Jason Dupasquier, in un fine settimana ancora più evocativo perché che arriva a cinque anni di distanza dall'incidente mortale - nelle prove libere del GP di Catalunya 2016, appunto - di Luis Salom, pilota spagnolo della Moto2: era venerdì 3 giugno.