Un Italiano a La Spezia

Il Golfo dei poeti ha stregato la Serie A

In quelle pareti di roccia che sorgono dal mare Dante riconobbe la rupe del Purgatorio:

«Tra Lerice e Turbìa la più diserta, la più rotta ruina è una scala, verso di quella, agevole e aperta». Purgatorio, Canto III (49-51)

Eugenio Montale, che a Monterosso trovò la sua «parte di ricchezza» tra «l’odore dei limoni», nella poesia ‘Riviere’ raccontò invece di «pochi stocchi d’erbaspada penduli da un ciglione sul delirio del mare». Il Purgatorio dantesco tanto caro a Montale, e citato anche da Petrarca e Boccaccio, si affaccia sul Golfo dei Poeti e veglia su La Spezia, città racchiusa nello spazio tra il mare e i monti.

Sul Golfo della Spezia soffia vento di poesia, uno scirocco di bellezza: il primo a chiamarlo ‘Golfo dei Poeti’ fu il commediografo Sem Benelli nel 1910, nel suo elogio funebre allo scienziato e scrittore Paolo Mantegazza: «Beato te, o Poeta della scienza, che riposi in pace nel Golfo dei Poeti. Beati voi, abitatori di questo Golfo, che avete trovato un uomo che accoglierà degnamente le ombre dei grandi visitatori».