Polonia, la fede impossibile

Il calcio nel paese più cattolico d'Europa

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È una notizia storica, ormai documentata, che il football ebbe un vero e proprio antenato nel calcio storico fiorentino, sorto al tramonto del Medioevo e all’alba della modernità. Risale a questo periodo il primo incontro di calcio disputato nei giardini vaticani, al cospetto di Leone X¹, nel 1521. Non conosciamo le formazioni ufficiali, né l’esito della partita, ma quei primi calci dati innanzi al Vicario di Cristo costituiscono senza dubbio il preludio di un connubio destinato a dar molti frutti: chiesa e pallone, oratorio e calcetto o, teologicamente parlando, fede religiosa e fede calcistica.

Nell’enciclica Rerum Novarum (1891) di papa Leone XIII, il calcio è inserito tra i nuovi strumenti di comunicazione di massa. Ma è con gli ultimi tre papi, da Bergoglio, tifoso del San Lorenzo, a Ratzinger, amante del fußball e del Bayern Monaco, fino a Wojtyla, lui stesso calciatore in giovane età, che il rapporto tra calcio e fede si è arricchito di sempre nuovi ed entusiasmanti capitoli. La Polonia è forse la nazione che più di ogni altra, nel corso del XXI secolo, ha approfondito questo legame. Per comprenderne le più sottili sfumature, inizieremo con l’indagine della figura che ne ha segnato lo sviluppo: Karol Wojtyla.

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