Mister nato e soprattutto cresciuto sulle panchine ungheresi dopo un’onesta carriera da giocatore sui campi di serie A e B. Dal 2012 vive nel Paese magiaro dove ha allenato la mitica Honved di Budapest prima di diventare Commissario Tecnico dell’Ungheria. Ottenuta la qualificazione alla fase finale di Euro 2020. si è trovato inserito nel girone di ferro con Portogallo, Francia e Germania. Rischiando persino di passare il turno a danno proprio dei tedeschi, che si sono salvati con un fortunoso pareggio e precludendo il sogno ottavi di finale alla squadra di Marco Rossi. Ma il mister italiano è molto soddisfatto del torneo ungherese…
"Quando si gioca contro le corazzate del calcio europeo qualche timore c’è sempre. Basta ricordare come la Germania abbia umiliato il Brasile per 7-0 pochi anni fa. In queste ultime partite, rispetto alla fase eliminatoria abbiamo cambiato tatticamente passando da un calcio offensivo ad uno più prudente. Abbiamo studiato i punti di forza dei nostri avversari. Non ho nulla da rimproverare ai miei calciatori che sono stati molto bravi. Nella partita con la Germania avrei preferito difendere gli ultimi minuti più “alto” ma non è stato possibile. Abbassandoci abbiamo subito il gol dell’eliminazione".
Che giudizio hanno dato tifosi e stampa magiara della sua nazionale?
"C’è molta soddisfazione ma potevamo anche far meglio. Con il Portogallo siamo stati penalizzati da un rigore generoso dato ai nostri avversari e da un gol in dubbio fuorigioco. Con Francia e Germania abbiamo disputato buone partite".
Che giudizio dà delle squadre che ha incontrato?
"Francia e Germania sono molto forti. Il Portogallo paga qualcosa a centrocampo, soprattutto sul piano fisico ma ha Ronaldo. La Francia si fa preferire perché dispone di un vero extraterrestre come Mbappé. L’unico giocatore che oggi può facilmente spostare gli equilibri".
Dell’Italia cosa pensa?
"Non abbiamo Mbappé ma tantissimi talenti. Penso a Barella, che è un condensato di tutte le qualità calcistiche ma anche Locatelli sta facendo cose straordinarie. La squadra di Mancini poi sta esibendo il miglior calcio. Abbiamo tutte le qualità di andare in finale, Francia permettendo".
Mister, la sua carriera la vede ancora a lungo sul Danubio?
"Sono a Budapest da quasi dieci anni. In Ungheria sono stato accolto molto bene, sono ben trattato e rispettato, come tutti gli stranieri in questa nazione. L’Ungheria è un Paese tranquillo non si ha mai la sensazione di poter essere in pericolo. C’è tolleranza e rispetto, nonostante quello che scrivono i giornali".
Si dice che il Premier Orban sia un grande appassionato di calcio.
"Sicuramente capisce più lui di calcio che io di politica. Ci incontriamo saltuariamente in occasioni ufficiali ma so di avere la sua stima. Dopo le partite dell’Europeo (anche quella persa con il Portogallo) mi ha sempre inviato sms di incoraggiamento. Dopo il pareggio con la Germania mi ha detto di essere orgoglioso della squadra e ha fatto i complimenti a tutti".
A proposito, giocare con le proteste arcobaleno vi ha condizionati?
"Non viviamo in una bolla sappiamo cosa si dice e cosa si scrive. Le polemiche extracalcistiche non ci hanno turbato. Sulle magliette portiamo la scritta voluta dall’Uefa che dice 'Respect'. Noi rispettiamo tutti, a partire dai nostri avversari".
Sulla panchina dell’Ungheria fino a quando?
"Il mio contratto scade nel 2025 ma nel calcio, si sa, bastano due partite per cambiare tutto. Ma in questo Paese ho trovato affetto e stima. Sia a livello professionale che personale. Questa è la gratificazione più importante".