“Dopo le minacce di morte, voglio rivolgere un pensiero alla mia famiglia". Nella Spagna che batte la Croazia e si qualifica per i quarti di finale di Euro 2020 c'è, decisivo, lo zampino di Alvaro Morata, che ha firmato la rete del 4-3 e ha risposto alle durissime critiche ricevute in patria. Un gol che è una grande iniezione di fiducia per l’attaccante della Juve e che cancella - almeno in parte - la sofferenza provata per gli attacchi e le minacce ricevute.
Morata era finito nel mirino dei critici già dalle prime partite, accusato di essere il primo colpevole dei due pareggi contro Svezia e Polonia e di uno scarso cinismo sottoporta. Il rigore sbagliato sul risultato di 0-0 contro la Slovacchia, poi regolata con cinque reti, aveva poi fatto traboccare il fragile vaso della pazienza dei milioni di 'allenatori' spagnoli.
Ma mentre in Spagna lo criticavano, e soprattutto purtroppo minacciavano di morte lui e la sua famiglia, Luis Enrique è andato dritto per la sua strada, pronto a difendere a spada tratta il suo attaccante isolandolo dal 'fuoco amico' e confermandolo sempre da titolare al centro dell'attacco, senza badare al giudizio altrui.
Non è un caso che la crescita della Spagna, che da due partite in fila cala la manita, sia coincisa con il riscatto dell’attaccante della Juventus, che è stato un fattore fondamentale per conquistare i quarti. E dopo aver ‘piegato’ ogni velleità dei croati, la cui rimonta nel giro di pochi minuti avrebbe potuto abbattere un toro, il suo pensiero è tornato subito a casa: "Dedico questa rete e la vittoria alla mia famiglia. Loro ci sono sempre, quando le cose non vanno bene ti danno la forza per reagire alle avversità".