NAPOLI

Napoli, AdL rompe il silenzio: "Vorrei convincere 7-8 squadre a non far partire il campionato"

Il presidente è un fiume in piena: "Torneo falsato dal Covid, la Super League una cretinata"

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Dopo mesi di silenzio, Aurelio De Laurentiis ritrova la parola e ne ha per tutti. "Siamo tutti in rosso per il Covid - la parole del patron del Napoli - E' stato un anno e mezzo falsato, facendo un assist solo agli Europei. Ancora oggi stiamo stabilendo di partire il 22 di agosto, anzi il 20, senza sapere se avremo negli stadi il pubblico. Io vorrei tanto che alcuni miei colleghi dicessero che ho ragione, per convincere 7-8 squadre a non partire e a farci sentire". 

LA CONFERENZA DI DE LAURENTIIS
"Vi ringrazio per essere qui, è chiaro che sono stati momenti difficili questi del Covid, che non ci aspettavamo, ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato avere questo problema, non avere lo spazio ed il tempo per programmare l'annualità, ma ognuno pensa ai suoi egoismi. Senza sapere degli stadi aperti o meno, che senso aveva programmare gli Europei senza il ritiro dovuto ed un ritiro vero oltre ad un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per un assist agli istituzionali che non investono nel calcio ma sono nei loro ruoli solo grazie a noi e non ci tutelano, ma ci creano altri problemi. Leggevo del problema del Premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi dissero di arrivare a Parigi e poi spostarci in pullman. E' più importante una partita che la salute dei popoli? Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce? Io lo chiederei a Draghi, ma deve prendere atto che ci sono più di 30mln di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l'80% di loro, ovvero 24 milioni sono uomini che lavorano per il Paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Hai una grande credibilità in Europa, perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati posticipandone l'inizio ad una data per avere più serenità vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatorietà ai vaccini e sento tanta gente che non vuole vaccinarsi e non ci pensa nemmeno, e chissà quanti di voi qui la pensano così. Stimo Draghi, ma il governo non s'è messo una mano sulla coscienza sul rosso del calcio, togliendo la burocrazia e lanciando innovazione, verificando come sanare i bilanci, tutti in rosso. Siamo tutti in rosso per il Covid, serve una soluzione".

Presidente, cosa è accaduto la sera di Napoli-Verona che ha portato alla mancata Champions? Ha qualcosa da rimproversi o da rimproverare a qualcuno?
"Rimproverare altri è la strada più corta, puoi aggiustare i cocci ma se li riaggiusti si rivedono sempre. E' stato un anno e mezzo improprio, tra Covid e senza il tifo allo stadio, le gare sembrano giocate in un acquario. La presenza fonica delle voci degli allenatori sembrano stordenti, ma la squadra deve trovare da sola la sua miglior rappresentazione del gioco dopo essere stata preparata in settimana. In ogni gara non solo del Napoli, invece, c'era questa situazione irreale dove le voci dei tecnici impetuosamente diventavano protagoniste. Quando c'è il tifo questo non accade, se non a gesti degli allenatori, tant'è che ad ogni fallo un tecnico chiama a se il giocatore vicino per dargli indicazioni, ma senza pubblico c'è libertà di condurre dalla panchina. Rimproverarmi qualcosa no, è stato un campionato secondo me falsato, per tutti, poi la dietrologie ti possono portare a cattivi pensieri ma io non ne faccio, non è mia abitudine. Il fatto dell'ultima partita, una grande delusione, io sono andato negli spogliatoi per suonare la gran cassa all'intervallo, mi ha fatto piacere vedere il gol fatto, ma non mi ha fatto piacere vedere il pareggio. Tu arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sulla tensione nervosa, giochi sul filo di lana un secondo, terzo o quinto, dove anche il risultato degli altri conta, dove sei stato già bastonato più volte durante l'anno in partite dove si meritava di più come resa, non che non ti hanno concesso, poi c'è l'episodio del Cagliari che già ci aveva creato patemi d'animo. Io non ho nulla da recriminare, è stato un anno e mezzo falsato, facendo un assist solo agli Europei. Ancora oggi stiamo stabilendo di partire dal 22 di agosto, anzi dal 20, senza sapere se avremo negli stadi il pubblico. Io vorrei tanto che alcuni miei colleghi dicessero che ho ragione, per convincere 7-8 squadre a non partire e a farci sentire". 

Cosa pensa della Super League?
"Mai stato a favore, Perez non mi ha mai contattato. Ne faccio anche io una questione economica, ma non risolvi il problemi dell'economia del calcio giocando in 12 più gli altri. I problemi dell'economia del calcio gli risolvi dicendo che Champions League ed Europa League non servono  a nessuno, Florentino ha inventato la Superlega che è una grandissima cretinata. I 5 paesi più importanti sono quelli che fatturano di più, possono permettersi i calciatori più importanti e costosi, Spagna, Francia, Inghilterra, Italia e Germania. Bene, queste nazioni meriterebbero un campionato europeo a sè infrasettimanale. Chi vi accede? Qui sbaglia Florentino sui 12, tu devi dare la possibilità democratica di poter competere, se l'Udinese il Verona o la Fiorentina arrivano tra i primi 6 hanno diritto a partecipare al campionato europeo! 6 per 5, 30, 29 gare secche? Sono meno le partite, perché non si scontrano quelle dello stesso paese".

Come va a finire allora la Super League? I tre club insistono, l'Uefa ha sospeso il provvedimento per ora. 
"Dovrebbe prevalere il buon senso, in quel caso la cosa più auspicabile è che tutti gli attori si possano sedere intorno ad un tavolo, ma se io faccio giocare la Juventus col Crotone, che nessuno si offenda, è difficile che possa batterla, però lei mi dirà c'è una democraticità che va rispettata. Lo sport è questo, però io le rispondo che Veltroni nel '96 ha sancito che le società non sono dei club ma delle società per azioni, delle spa con bilanci e finalità lucrative. Se lei mi crea un torneo scompensato per capacità economiche, quindi poco omogeneo, lei non sta rispettando il concetto veltroniano". 

Cosa pensa del Mondiale 2022 in pieno inverno? 
"L'ho già detto che è un'altra super-cazzata del secolo, parliamo della Fifa, un'altra istituzione, poi Infantino è molto preparato ed una brava persona, ma sono interessi nati ad opera del Qatar e quello che era valido pre-Covid, ora non è più valido. L'impresa privata sa dimensionare gli investimenti ed il mercato, l'impresa pubblica si basa solo su rapporti e strette di mano, non immaginando i danni a cascata per gli altri. Io ho sempre detto ai miei colleghi perché dobbiamo dargli i giocatori? Ce li pagano quanto noi dovremmo avere? No, e se qualcuno si fa male mi ridanno gli 80mln che valeva e che forse non valgono più? Ma di questo non parla nessuno. Io faccio un mercato, addirittura quest'anno li volevano per le olimpiadi, io gli ho detto ora ci guardiamo tutto in tv e manco giochiamo la Serie A e poi dicono che io ho negato Fabian alle Olimpiadi con la Spagna, ma stiamo scherzando? Le istituzioni potevano rinviare tutto a dicembre se ci sono tutte queste competizioni, non è un problema nostro. Poi però vogliono le 20 squadre perché devono votare, quello non puoi farlo però devi giocare sempre". 

Che futuro immagina con Spalletti? Il futuro è legato anche a Insigne? 
"Spalletti ha sempre avuto la mia stima, prima che allenasse la Roma, era ancora in Russia, mi venne a trovare e mi disse che non poteva muoversi ancora e virammo non mi ricordo su Benitez o su Sarri. Ho sempre avuto grande considerazione, lo trovo giusto per il Napoli, sa allenare molto bene, contro di lui non è mai stato semplice. Ha saputo gestire anche situazioni difficili, pure alla Roma, in tempi dove la mancanza della proprietà non chiariva le cose nello spogliatoio e lui si è comportato molto bene. Insigne? Non ci siamo proprio visti, la necessità di finire il campionato, il ritiro con la nazionale, non voler ad un certo punto diciamo scasinare la situazione e abbiamo detto finito l'Europeo ci incontreremo, parleremo e sarà quello che sarà".

Sulla parabola discendente delle ultime due stagioni.
"Non è un problema di non essere andato in Champions, il problema è che siamo passati da 30mln di stipendi a 50, a 75, a 120 ed oggi a 156mln. E' ovvio che bisogna innanzitutto sanare questo problema, il Napoli spende cifre che non fattura e deve rivedere gli stipendi in base a ciò che guadagna. Numero 2: il Napoli deve in un mercato in cui sono tutti afflitti per le perdite, ad esempio c'è chi fattura più di noi, molto più di me, che da 2 anni non mi paga o mi sta pagando solo questa settimana. Bisogna differenziare il lato economico e finanziario, io non ho mai bussato alla porta, anzi ero considerato una perla perché i miei pagamenti avvenivano un giorno prima e non uno dopo. Non c'è un ridimensionamento, ma c'è una presa di coscienza che da un punto di vista del bilancio rivede il budget, altrimenti devi fallire, Se tu il Napoli lo vuoi riportare sul binario giusto, devi tagliare le spese eccessive, non c'è niente da fare. Come se facessi un film in Italia, dove non incassi più di tanti, con un budget americano, non avrebbe senso. Come mai tutti i miei colleghi hanno debiti? Poche aziende nel calcio sono sane".

Trenta giugno spartiacque, si chiude la vecchia stagione e parte la nuova. C'è qualcosa che non rifaresti nell'ultimo anno? O una cosa che faresti? Per rimettere a posto l'aspetto economico, basta vendere un giocatore? 
"Forse non basterà, ma bisognerà vendere quei giocatori che hanno aumentato a dismisura la loro parte salariale quello che Napoli non può pagare. Il Covid ci ha giocato un brutto scherzo, ovvero avere fiducia nelle autorità". 

Tornando a Verona-Napoli, c'è qualcosa che cambieresti? 
"Ad un certo punto, visto che il mister non si sentiva nella forma perfetta, e tutti gli interlocutori televisivi erano persone che lui conosceva, ho evitato che si potesse speculare, ho pensato che fosse meglio il silenzio stampa perché avevo intenzione di andare avanti fino alla fine. Convocai una riunione al Britannique, c'era anche Lombardo, il medico, l'amministratore delegato, tutta la squadra". 
Prima c'era stata l'intenzione di esonerare Gattuso?
"Un paio di volte non è stato presente presente nella panchina effettiva, ad un certo punto mi sono dovuto preoccupare, ho dovuto dire: 'Cosa accade se la situazione dovesse precipitare?' Chiamai Spalletti per chiedergli la sua disponibilità, ed arrivò qualora fosse stato necessario ma non lo è stato. Raccontavo di quella sera al Britannique perché dissi: 'Potrei pagarvi in ritardo, ma ve lo sto pagando in anticipo lo stipendio di gennaio, però sappiate che il tecnico rimane, va rispettato, seguito, e non sento storie'. A Rino chiesi di restare e dissi altre cose, così andò. Con Benitez, ma con lui mi sento spesso, è rimasta una sintonia". 

Prima di Napoli-Verona, ha tentennato per confermare Gattuso?
"No, prima della partita con Nicola Lombardo, dando per scontata la Champions, avevo preparato un saluto a Gattuso col club in cui doveva andare. Barone della Fiorentina mi chiese di scrivergli due righe, poi al pareggio ci siamo guardati e non abbiamo potuto mandare il saluto, rendendolo più snello. Sentivo poi dei giornalisti dire non si fa, ma che si fa un tweet? Ma scusate, io potevo essere molto arrabbiato, inquieto, ma il fatto di smettere con Gattuso risaliva alla scorsa estate, non c'era tempo, l'avevo preso per tamponare l'uscita di Ancelotti. Anche se lui avesse vinto il campionato, la sua mission si sarebbe conclusa. Mendes è un amico, ceniamo insieme, abbiamo parlato anche del rinnovo ma non ci siamo trovati in linea, ci siamo firmati due righe, poi quando finiscono ai legali diventano 27 righe di troppo e allora dissi soprassediamo e vediamo. Purtroppo abbiamo perso partite che non avremmo dovuto perdere, altre le abbiamo vinte quando potevamo avere problemi, questo disequilibrio, senza avere continuità, è stata una riconferma che dovevo ad un certo punto interrompere quella collaborazione anche se fossimo arrivati in Champions". 

Domanda di un giornalista francese: per chi tiferà tra Insigne e Mertens? 
"Che domande, per Insigne, gioca nell'Italia". 

Quanti giocatori verranno sacrificati per contenere le spese? 
"Stabiliremo con l'allenatore cosa sostituire e cosa non sostituire, solo dopo aver capito come operare, vedremo il mercato se permetterà di operare in uscita per poi in relazione alle uscite opereremo in entrata. Non sono io l'allenatore per dire chi va a casa e chi prendere, io vedrò Spalletti venerdì, ci siamo dati appuntamento alle 12.30 a Castel Volturno, dal 1 luglio è con noi, domani è 1 luglio, il mercato inizia domani effettivamente". 

Su Napoli-Verona vorrà un giorno una spiegazione dalla squadra? 
"Non voglio fare dietrologia, è chiaro che sono tutti ragazzi giovani, dei nipoti più che dei figli. In una cena a Dimaro è una conversazione che vorrò avere, con delle risposte che non arriveranno nel senso in cui volete voi". 

Ha rinunciato spesso a proposte indecenti, quest'anno non accadrà? 
"Forse non arriveranno proposte indecenti, magari ci fossero. La risposta vera: nessuno è incedibile per proposte appropriate". 

Attacco a Gattuso per i cambi.
"Una cosa che mi ha fatto molto incazzare sono i cambi. Otteniamo i 5 cambi, è possibile farli solo gli ultimi 10 perché non so come amministrarli? Ma stiamo scherzando? Me li fai giocare 5 minuti quando mi hai fatto investire perché ci credevi da morire e si annullano come valore e crescita? Non è cambiato nulla con i 5 cambi? Poi dicono io devo andare d'accordo con lo spogliatoio, ma mica chi non gioca dall'inizio è un cretino? Poi giochiamo a luglio, nel caldo, interruzioni come nel basket, tutti intorno all'allenatore, e perché non si è continuato? Non è spettacolo anche quello? Il calcio è governato da anziani, i neuroni sono concepiti per conservare e non per innovare, temono di perdere la loro posizione dominante ed è grave. I giovani preferiscono le piattaforme virtuali, Fifa o sparatutto, si annoiano con le partite, qualcuno ha mai detto all'arbitro di non interrompere ogni 3 secondi per affermare il loro protagonismo? In Inghilterra il gioco è velocissimo, noi ci facciamo due palle così" 

Qual è l'obiettivo per la prossima stagione? 
"Io devo far quadrare i conti e tornare in Champions". 

E' stato un errore prolungare il silenzio stampa? Lei cerca un chiarimento su Napoli-Verona, non sarebbe stato opportuno mandare qualcuno a scusarsi? 
"Con i tifosi mi posso scusare io, ma qualsiasi scusa dei giocatori o del capitano può sembrare una cosa voluta. Io dialogo con i tifosi, ci sono quelli che mi amano, altri che mi odiano. Il tifoso ha sempre ragione, non ha interesse alla salvaguardia dei conti economici, vuole vincere e basta e non gli interessa niente, non c'è una logica societaria. C'è anche chi a freddo poi ragiona. Il silenzio stampa è stata una panacea: i signori dei media, e noi siamo fino all'1 alla tv per evitare fregnacce, dove al di là del tavolo c'è un ex giocatore ed allenatore e nei confronti di un allenatore che è stato calciatore da poco c'è un ping pong che può far cadere nei trappoloni anche l'allenatore. L'ex calciatore intervistatore vuole lo scoop e per evitare di rovinare un rapporto tra società ed allenatore si è messo il silenzio stampa. Ma io l'ho messo dopo aver sentito cose inappropriate, allora meglio mettere uno stop. Poi l'ultima partita che c'entra, siamo in silenzio stampa da 3 mesi e togli il tappo all'ultimo, io difendevo l'allenatore e voi l'avreste massacrato. Come mai erano spompati? Come mai ecc, invece si è provato ad essere coerenti, il tecnico ha fatto quello che poteva, negli allenamenti era altamente concentrato e dedicato...". 

Sul caso Salernitana.
"Guardi è difficile dare un giudizio, schierandosi da una parte o dall'altra. Certo è che se in società non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando per la Serie A, devo avere già le carte in ordine per una cessione. La stessa cosa forse per il Bari di mio figlio, io mi sono tirato fuori, ma se va in A c'è la diatriba sul grado di parentela. Che tu possa però mantenere un 10-20% di quote è tutto da vedere se è possibile o meno. Di ricorsi al Tar o in Europa non ce ne sono stati, non c'è una giurisprudenza consolidata e bisognava sedersi molto prima, non un mese fa". 

Ritornare in Champions e far quadrare i conti, è un ossimoro? Qual è la strategia? 
"E' molto semplice, se non avessimo fatto giocare solo 5 minuti quei giocatori ora avremmo modo di fare certe valutazioni e sostituire magari alcuni più affermati, alleggerendo perdite e costi salariali. Oggi come oggi servono grossi ragionamenti con l'allenatore, poi l'impossibile si fa con il piede in due scarpe, dovrei prima vendere per poi comprare, oppure comprare senza aver comprato, il giocoliere finanziario, qualcosa che i ds difficilmente fanno perché abbiamo sempre avuto capacità economiche in tempi diversi". 

Lei fra 5 anni dove vede il suo Napoli? 
"Potrei vedere il calcio altrove, quindi anche il Napoli". 

25% della capienza da settembre, ha in mente di vendere gli abbonamenti? Farà una partnership col basket per un solo abbonamento? 
"Se fossimo una Lega seria non dovremmo ripartire col 25%, significa un altro anno negativo". 

Sul Var chiamato dagli allenatori.
"Sono due anni che lo chiedo, ma anche la classe arbitrale è un centro di potere. L'Italia è il paese dei poteri forti, lei conosce la massoneria? I centri di potere sono discriminanti, sei amico, ti favorisco? Sei nemico, ti sfavorisco. Sai quante volte il Var... in Europa sono molto più attenti rispetto al campionato". 

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