DIARIO OLIMPICO

Il Diario da Tokyo 2020, quarantena finita: finalmente si inizia a respirare aria olimpica

 

Tutto confermato. Tokyo è spoglia. La prospettiva dalla camera d’albergo trova pieno riscontro anche percorrendo le vie della città al termine della quarantena. Nessuno striscione, nessun riferimento all’Olimpiade. I colori di Tokyo2020 si accendono soltanto quando ci si avvicina al centro stampa aldilà del Rainbow Bridge. Insomma che l’80% dei cittadini sia contrario a questi Giochi è abbastanza chiaro. Abbandonato il centro, accostandosi alle sedi delle competizioni, finalmente si comincia a respirare aria olimpica. La babele di lingue, una spruzzata di italiano dai colleghi di altre testate, richiamano l’atmosfera dei grandi eventi.

Finalmente si trova anche qualche raro addetto in grado di parlare un buon inglese per assicurarsi quei tanto desiderati voucher che l’organizzazione mette a disposizione di tutti i giornalisti per muoversi in taxi soprattutto nei primi 14 giorni quando è proibito utilizzare i mezzi pubblici. Decisamente meno caotica del previsto, almeno per il momento, Tokyo si caratterizza per l’attaccamento alle proprie tradizioni, ma anche per una cortesia nei confronti degli ospiti stranieri che raramente si riscontra in giro per il mondo. Certamente ci sarà modo nei prossimi giorni di vedere, magari anche solo dal finestrino dell’auto, di ammirare qualche luogo caratteristico che non siano grattacieli di ultima generazione. Per il momento invece nessun richiamo al capitolo mascherina, che deve essere indossata in qualsiasi ambiente, piuttosto l’invito a disinfettare le mani ad ogni sportello. Olimpiade che si annuncia piuttosto avara anche per quanto riguarda i gadget. Nell’enorme padiglione dove si riunisce la stampa mondiale c’è soltanto un minuscolo negozio con poche attrattive e alcuni distributori automatici – sì proprio come per acquistare per una bibita – che però sono già esauriti. In pratica per comprare la classica tazza da colazione, meglio ripassare un’altra volta. Archiviata, ormai per le prossime tre settimane, la televisione giapponese è quasi completamente dedicata a talk show in pieno stile Mai dire Banzai. Prove surreali che scatenano l’ilarità del pubblico e che mettono in “ridicolo” i partecipanti, per nulla in imbarazzo, anzi orgogliosi di aver conquistato l’attenzione generale. Almeno in attesa che i canali principali si dedichino all’evento che tutto il mondo – si spera compreso il Giappone - non vede l’ora di vivere.

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