Odette Giuffrida conquista la medaglia di bronzo nel judo nella categoria -52 kg alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dopo essere stata sconfitta in semifinale dalla padrona di casa Uta Abe, la campionessa d’Europa ha la meglio nella finale per il terzo posto contro l’ungherese Réka Pupp. Decisivo, per la conquista del podio, il golden score. Giuffrida conquista così un’altra medaglia olimpica dopo quella d’argento a Rio 2016.
Seconda medaglia olimpica (e consecutiva) in carriera nel judo per Odette Giuffrida. Questa volta, dopo l’argento a Rio 2016, arriva per lei il bronzo ai Giochi di Tokyo 2020.
Sul tatami del Nippon Budokan la campionessa d’Europa ha la meglio nella finale per il terzo posto contro l’ungherese Réka Pupp. Nella patria del judo, la 26enne romana diventa così la prima europea a vincere due medaglie olimpiche nella categoria -52 kg.
Riscattata, seppur parzialmente, la sconfitta in semifinale contro la beniamina di casa Uta Abe. Se quest’ultima aveva battuto Giuffrida al golden score, la judoka azzurra sale sul terzo gradino del podio con la stessa modalità nei confronti di Pupp, trovando l’ippon sull’ungherese dopo appena 31 secondi trascorsi. Molto propositiva l’atleta nata a Roma fin dall’inizio, con diversi tentativi andati a vuoto nei tempi regolamentari e con in più il vantaggio acquisito con lo Shido alla magiara. Le due avversarie si affrontano a viso aperto. Entrambe provano gli attacchi e ad entrare nella difesa avversaria, ma nessuna delle due vuole perdere la possibilità di salire sul podio. Dopo i quattro minuti regolamentari il risultato è però ancora in pareggio. È quindi inevitabilmente il golden score a decidere le sorti dell’incontro.
Odette trova il colpo vincente e regala all’Italia un altro bronzo olimpico.
"HO PIANTO PER TUTTO QUELLO CHE HO PASSATO. L'ORO? A PARIGI"
"Sono venuta qua per l'oro ma questo bronzo è importante dopo cinque anni duri di tanti cambiamenti e ostacoli. E' un bronzo pieno di orgoglio. C'e' un po di rammarico ma l'oro me lo prendo a Parigi. Se ho già videochiamato mio nonno? Sì, sì. Mi ha detto che la medaglia me la pitturava lui non importava il colore. Quindi nonno preparati che me la devi fare d'oro". Giuffrida parla poi del pianto a fine gara: "Uno sfogo per i cinque anni di inferno che ho passato".
"Che sapore ha questa medaglia nella patria del judo? E' bello ma le Olimpiadi lo sono ovunque, a Tokyo, Rio, Los Angeles, Roma...", spiega ancora. Infine un incoraggiamento ai giovani a non mollare mai. "Spero di aver fatto sognare tantissimi giovani e aver dimostrato loro che non importa da dove arrivi e ci sei. Il lavoro ripaga sempre. "Perché un bambino dovrebbe fare judo? Gli direi solo: togliti le scarpe, sali sul tatami e prova. Io mi sono subito sentita libera e nel mio mondo".