La Gloria gli ha concesso (e si è concessa) un ultimo ballo, stretta tra le sue braccia. Nulla avrebbe avuto senso se, nella notte italiana della definitiva vasca di Federica Pellegrini, gli azzurri della sciabola fossero usciti nei quarti di finale contro l’Iran con Aldo Montano a fare da capitano non giocatore, seduto a bordo pedana come un turista qualsiasi.
Invece Luca Curatoli ha infilato la botta del 45-44 e mandato gli azzurri, tra mille brividi, a giocarsi di nuovo l’accesso al podio dei Giochi. E a quel punto tutto è tornato ad avere una logica, nel mondo biancovestito. Di fronte agli eterni avversari ungheresi e ad un Áron Szilágyi appena entrato nell’olimpo della sciabola col terzo oro individuale di fila, il destino ha indirizzato definitivamente gli eventi: ha fermato fisicamente il fresco argento di Gigi Semele e mandato Aldino a regolare i suoi conti con la Storia.