DIARIO DA TOKYO

Tutti inchinati di fronte alla Regina


                    

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A distanza di una settimana dalla cerimonia d’apertura, si sono riaccese le luci dello stadio Olimpico. E’ il momento dell’atletica leggera che, a torto o ragione, era e resta la Regina dei Giochi Olimpici. Certo il ritiro di Usain Bolt è una perdita pesante perché ora si cerca il suo erede. Non solo chi sarà in grado di mettersi al collo l’oro dei 100, ma chi potrà diventare altrettante ingombrante da diventare la nuova copertina dell’intero movimento. 

D’altronde nessuno ha mai imposto che il personaggio trainante debba per forza essere un velocista. Un serio candidato è Mondo Duplantis. Il dominatore del salto con l’asta è riuscito a far emergere una specialità spesso relegata in spazi ai margini. E’ un istrione che fa simpatia e naturalmente vince a suon di record, che non fa mai male. 
Attenzione all’Italia. Ci sono tanti giovani che vogliono emergere, conquistare magari un posto in una finale olimpica. Missione già compiuta da Gianmarco Tamberi che può finalmente mettere in soffitta l’amaro ricordo di Rio 2016 vissuto in stampelle. Ora tutto in un giorno per un sogno chiamato medaglia. E poi i due velocisti che cercano l’impresa. Marcel Jacobs e Filippo Tortu, unici azzurri a scendere sotto i 10 secondi, dovranno superare le batterie e poi inseguire in semifinale quel posto tra i primi otto al mondo che nessun italiano è mai riuscito a raggiungere.  

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