TERZO ORO AZZURRO

Tokyo 2020, salto in alto: Tamberi medaglia d'oro straordinaria!

L'atleta delle Fiamme Oro primo ex aequo con Brashim, cinque anni dopo il grave infortunio che lo tenne lontano da Rio

Storico oro nel salto in alto a Tokyo 2020. Dopo un periodo complicato, tormentato dagli infortuni, Gianmarco Tamberi, con una gara quasi perfetta, vince la medaglia più preziosa. Percorso netto, senza errori fino a 2.37, proprio come Mutaz Essa Barshim. Entrambi falliscono i tre salti a 2.39 e decidono per la vittoria ex-aequo. Medaglia d’oro numero 3 per l'Italia a questi Giochi e grande soddisfazione per Tamberi.

Gianmarco Tamberi regala a se stesso e all'Italia intera la soddisfazione più grande nella finale maschile di salto in alto: è medaglia d'oro. Il primatista italiano, giunto in finale dopo una semifinale che non l'aveva pienamente soddisfatto, sfodera una prestazione magistrale e sale sul gradino più alto del podio con la misura di 2.37. Percorso netto, senza errori per lui: l'atleta marchigiano salta al primo tentativo le misure di 2.19, 2.24, 2.27, 2.30, 2.33, 2.35 e 2.37. Fallisce i tre tentativi a 2.39 ma poco importa, perché il rivale per la medaglia d'oro, il campione Mutaz Essa Brashim, non migliora la prestazione del nostro atleta, decidendo per la medaglia d'oro ex-aequo.

Le immagini di Gianmarco al termine della contesa sono il miglior racconto di cosa significhi per un atleta di questo livello raggiungere questo traguardo ai Giochi Olimpici: incontenibile la gioia dell'azzurro e del suo staff, quasi increduli davanti a quella che si è dimostrata una vera e propria impresa, frutto di sacrifici, fatica e un'infinita forza di volontà. Tamberi supera se stesso e lo fa cinque anni dopo quell’infortunio che lo tenne lontano dalle Olimpiadi di Rio nel 2016. Ha aspettato un lustro intero, ha scritto il countdown (poi corretto) sul proprio gesso; e ora quest’ultimo è là: sulla pista di Tokyo, insieme a lui. L'atleta del Qatar Barshim è un vero mostro sacro della disciplina e la vittoria di oggi è di quelle da ricordare. Il bronzo va al bielorusso Makism Nedasekau.