TOKYO. L’ultima medaglia ha sempre un sapore particolare. Soprattutto se è la numero 40 di una spedizione da record. La ventesima di bronzo, altra cifra mai raggiunta prima. Tokyo resterà scritta accanto a parecchi primati olimpici a tinte azzurre. Le farfalle però non meritano di finire nel calderone solo perché inserite nell’ultimo giorno del calendario. Non è un podio scontato. E’ solo la terza volta che le italiane salgono quel gradino nella nostra storia. I precedenti d’argento ad Atene 2004 e di bronzo a Londra 2012.
Un’impresa col brivido dopo il quarto posto al termine della prima rotazione. La speranza che comincia a incrinarsi perché Bulgaria e Russia sono troppo lontane. Resta una sola possibilità, proprio quella che si verifica perché la Bielorussia commette quell’errore che ci spinge sul podio. Le ragazze sedute nel parterre possono guardare il tabellone come gli altri addetti ai lavori presenti. E quando appare il punteggio esplodono di gioia.
Cinque anni di lavoro, allenandosi senza sosta a Desio nel cuore della Brianza, ha fruttato l’unico premio che avrebbe davvero ricompensato le cinque ragazze.
Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean e Martina Santandrea potranno tornare con la medaglia al collo. Orgogliose anche di aver portato la numero 40 a tutto il gruppo, ormai molto ridotto dopo le tante partenze. L’entusiasmo circonda tutto il plotone azzurro. Tokyo è stato un successo e ora la difficoltà maggiore sarà probabilmente riconfermarsi a Parigi tra tre anni. C’è tempo per pensarci, ora meglio godersi il momento e tornare a casa.