Quella del Papu Gomez con l’Atalanta è stata una storia d’amore lunga sei anni ma senza lieto fine. L’ex nerazzurro, oggi al Siviglia, è tornato a parlare del burrascoso addio dello scorso gennaio in un’intervista a ‘La Nación’, svelando come fu effettivamente una dura lite con il suo allenatore a portarlo alla clamorosa decisione di andare via: “Negli spogliatoi ha oltrepassato i limiti ed ha cercato di aggredirmi fisicamente”.
“Ho sbagliato qualcosa presumo – spiega il Papu - perché in una partita di Champions League (contro il Midtjylland, ndr) ho disobbedito ad un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e l’allenatore mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistra. Ho detto di no. Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato. Negli spogliatoi però lui ha oltrepassato i limiti ed ha cercato di aggredirmi fisicamente”.
“Lì ho detto basta – racconta ancora Gomez - Si può discutere ok, ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto un incontro con il presidente Antonio Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini”.
Scuse che però non sarebbero mai arrivate: “Il giorno dopo c’è stata una riunione con tutta la squadra. Mi sono scusato con l’allenatore e i compagni per l’accaduto, ma non ho ricevuto scuse. Come dovevo intendere la cosa? Io avevo sbagliato e lui aveva fatto una cosa giusta? È iniziato tutto da lì. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo più lavorare con Gasperini all’Atalanta. Lui mi ha risposto che non mi avrebbe lasciato andare e quindi è iniziato un braccio di ferro che ho pagato: sono finito fuori rosa”.
Di certo non l’epilogo che sperava dopo sei anni di amore puro con la città e la tifoseria: “È stato brutto, dopo tutto quello che ho dato per il club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Così è finito tutto. Ma non è tutto, visto che per me si sono anche chiuse le porte del calcio italiano: non volevano cedermi a nessun big perché dicevano che avrei rafforzato una rivale. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia che mi ha permesso di continuare a competere ad alti livelli per poter aspirare alla Copa America. Era quella la mia ossessione”.
“È ora che i tifosi conoscano la verità” conclude il Papu Gomez.