E così anche chi dava per ferita gravemente un'Inter costretta a ripartire senza Lukaku, Hakimi e, soprattutto, Conte, si è ritrovato a stropicciarsi gli occhi di fronte a una prestazione super come quella della prima uscita in campionato. Certo, il Genoa visto a San Siro non è stato un test particolarmente impegnativo, ma alcuni segnali hanno dato qualche indizio su quelle che potranno essere le costanti della stagione.
Innanzitutto le caratteristiche del gioco. Nessuna ricerca ossessiva della verticalizzazione e un'attenzione maggiore all'uscita da dietro. Le costanti nell'attivare Handanovic e ripartire dal terzetto arretrato e da Brozovic, però, sono le stesse che usava Conte quando chiedeva ai suoi una partenza più ragionata. In fase difensiva si è notata, poi, un'aggressività ad un'altezza maggiore del campo. Due momenti chiave nelle due fasi, insomma, sono cambiati, com'era logico aspettarsi viste le diverse caratteristiche di alcuni giocatori.
Dzeko, per esempio, ha dimostrato tutta la sua capacità di venire incontro e dialogare con i compagni. Il gol di Calhanoglu è l'esempio migliore, che mette in evidenza anche le doti dell'ex milanista nel proporsi dopo aver scaricato al compagno più avanzato. I due nuovi acquisti hanno dimostrato di sapersi intendere a meraviglia. A tutto questo vanno aggiunte le caratteristiche di Sensi, un altro centrocampista portato all'inserimento e quindi perfetto nell'adattarsi alle giocate del centravanti bosniaco.
E' una nuova Inter, insomma, che Inzaghi sta rimodellando secondo idee diverse, tenendo però il buono che questa squadra ha assimilato in due anni di ripetizioni ossessive dei movimenti da attuare sul campo. Tutto è ancora da scoprire, dalla capacità di essere padroni del campo anche contro avversari più probanti, all'intesa Dzeko-Lautaro, ma le basi per credere in un'altra stagione super ci sono tutte.