La misura degli stadi chiusi per frenare il diffondersi del coronavirus, adottata nei cinque principali campionati europei nelle ultime due stagioni, ha privato i club di 2,5 miliardi di euro di entrate da "giorno della partita". È quanto emerge da uno studio di KPMG. Dalla primavera 2020 le competizioni sono state sospese per un periodo e quelle riprese hanno chiuso l'esercizio con gli stadi vuoti, riducendo del 27% il numero di partite con pubblico nella stagione 2019/2020 in Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia.
Ciò ha comportato "un calo significativo delle entrate cumulative nella singola giornata delle partite (entrate provenienti da biglietteria, sponsor, merchandising, catering, ndr)". L'impatto è stato più forte in Bundesliga, il campionato con il più alto numero medio di spettatori per partita al mondo (42.000), con 157 milioni di euro di perdite per i 18 club, mentre la Ligue 1, con una media di spettatori di 23.000 spettatori a partita, ha perso tre volte meno (48 milioni).
A livello di club, e in termini assoluti, sono stati Barcellona e Real Madrid i più danneggiati, con perdite di 39 e 35 milioni di euro. Di conseguenza, i loro ricavi sono stati pari a 136 e 120 milioni.
La stagione 2020/2021 si è svolta quasi completamente a porte chiuse nei cinque Paesi e KPMG stima una perdita totale di "oltre 2 miliardi di euro" per questo anno finanziario. La società di revisione ritiene che la stagione appena iniziata offrirà solo un parziale recupero di tali perdite. I quadri normativi sono molto diversi e probabilmente cambieranno a seconda del paese, con l'Inghilterra che consente stadi a piena capacità, mentre la Spagna consente solo il 40% di presenze e la Serie A italiana il 50%.