INTERVISTA ESCLUSIVA

Conte, Lukaku, Zhang e... Inzaghi, ora parla Oriali: "L'Inter resta casa mia"

L'ex dirigente nerazzurro si confessa per la prima volta dopo l'addio: "Rispetto le decisioni del club"

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Dopo una lunghissima storia con l’Inter iniziata all’incirca 55 anni anni fa quando era entrato per la prima volta nel piccolo stadio del settore giovanile di Rogoredo. Dopo 2 scudetti vinti da giocatore, 5 da dirigente al fianco di Mancini prima, poi di Mourinho (con tanto di Triplete), e da ultimo di Conte, Lele Oriali è costretto suo malgrado da alcuni giorni, esattamente da venerdì 20 agosto, a recitare la parte dell’ex. Un ruolo di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Ma il suo stile e il suo modo di essere gli impongono di guardare avanti, lasciando solo qualche piccolo spazio ai sentimentalismi.

-Oriali, come ci si sente senza la divisa nerazzurra?
"Ovviamente sono dispiaciuto. Come può essere dispiaciuto chi deve continuare il suo percorso senza un'entità rimasta per tanti anni al suo fianco. Ma ciò che è accaduto mi ha fatto capire -se ancora ne avessi bisogno - che c'è tanta gente che mi ha voluto e mi vuole bene".

-Ovvero?
"Lo striscione esposto sabato allo stadio e i cori a me rivolti resteranno sempre dentro di me. Perciò voglio ringraziare tutti i tifosi che in questi anni mi hanno sostenuto anche con attestati di stima che valgono più di una grande vittoria. E poi, sia chiaro per tutti: l'Inter è e sarà sempre casa mia".

-Forse inattese sono state anche le parole che Javier Zanetti ha speso nei suoi confronti…
“A lui va un ringraziamento speciale per ciò che ha detto. Lui sa benissimo quanto abbiamo lavorato per il raggiungimento dello scudetto che i tifosi aspettavano da undici anni. E' stato un grandissimo successo al quale hanno contribuito in molti, a partire da Antonio Conte che ha saputo riportare l'Inter ai livelli che le competono".

-A prescindere dalle illazioni di molti, secondo le quali Lei sarebbe stato troppo “legato” a Conte, quale pensa sia stato il vero motivo che ha indotto l’Inter a sollevarla dall’incarico?
“E' una domanda che non mi pongo. Mi limito a rispettare la decisione presa dalla società. Che ha tutto il diritto di scegliersi i suoi collaboratori".

-In un’ipotetica scala emotiva, più frustrante la delusione per l'addio all’Inter o più esaltanti i successi che hanno portato allo scudetto nerazzurro e alla conquista dell'Europeo con la Nazionale?
“Non amo fare classifiche. Dico solo che questo è stato per me un anno indimenticabile culminato con la vittoria agli Europei grazie ad un gruppo coeso e vincente, con un forte senso di appartenenza, che ha reso orgoglioso il nostro Paese. Merito di questo successo va in gran parte a Roberto Mancini e a tutto il suo staff".

-Sabato ha visto la nuova Inter vittoriosa contro il Genoa: che impressione le ha fatto?
“Un'ottima impressione. Quindi la reputo una delle pretendenti per lo scudetto".

-Nonostante l’addio di Lukaku?
“Come dicevo prima, rispetto le decisioni della società. A Lukaku, che è un ragazzo d'oro, mi limito ad augurare tutto il bene possibile".

-Passiamo ad Inzaghi: pensa che almeno in parte stia beneficiando anche del lavoro di Conte?
“L'Inter riparte con lo scudetto sul petto e anche per questo motivo va inserita tra le favorite. E quindi a Conte deve essere riconosciuto il merito per averlo conquistato, lo scudetto, e per il lavoro fatto che ha riportato il club nel suo habitat naturale".

-Chiuso il capitolo con l’Inter, a che punto è il suo rinnovo con la Nazionale?
“Nei prossimi giorni avrò un incontro in Federazione per capire quale sarà il mio futuro in ambito azzurro. E penso che ci siano tutti i presupposti per andare avanti insieme fino al Mondiale del 2022".

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