"Il Milan è stato molto attivo sul mercato, ha fatto tante cose per la soddisfazione degli appassionati e dei fan rossoneri, tutto, però, avendo sempre in mente la sostenibilità economica: abbiamo fatto molto mercato pensando sempre che i conti devono essere in ordine. Non c'è dubbio che la Serie A sia stata un po' in ritirata rispetto, per esempio, alla Premier League; quando leggo che i nostri appassionati scrivono che le squadre italiane s'impoveriscono, vendono i pezzi migliori e non comprano credo che abbiano un po' di ragione". Così il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha parlato al TG3 del mondo rossonero. Mercato (ormai alle spalle) ma anche e soprattutto stadio, quello presente e quello futuro.
Il progetto del nuovo stadio appunto: "Il Milan è prontissimo. Mi sembra che sia pronta anche l'Amministrazione Comunale, perché ho ricevuto rassicurazioni dal sindaco Sala che, con le modifiche che abbiamo apportato, il nostro progetto va bene; sento anche che l'opposizione, visto che siamo in tempo di elezioni, è favorevole nel realizzare il nuovo stadio a San Siro. Vorrei dire che su questo fronte mi sento tranquillo che le cose avverranno in tempi brevi. Stadio Milan-Inter? Stadio Milan-Inter: è il nostro progetto insieme a Milano".
Tema stadio nuovo e tema pubblico allo stadio: "La riapertura degli stadi è una cosa importante. Ero a Milan-Cagliari in un San Siro finalmente pieno: il gioco del calcio prevede il pubblico anche se, per carità, si gioca sempre al calcio ma è un po' un'altra cosa; mi dava molta tristezza andare negli stadi vuoti ed è stato bellissimo domenica andare a San Siro. C'è poi un impatto economico e anche questo è un aspetto importante. Adesso si porranno due temi: vogliamo gli stadi aperti al 100% e non al 50%, anche perché non si capisce perché in Inghilterra siano aperti al 100% e in Italia no; sono stato a Klagenfurt a vedere Milan-Real Madrid e lo stadio era zeppo di gente, per altro senza mascherina. Un secondo tema è che abbiamo bisogno di infrastrutture nuove, moderne: tutti noi club italiani dobbiamo fare quello che in Europa hanno fatto 10-15 anni fa, cioè dotarci di stadi nuovi che consentano una redditività più alta".