Lo aveva annunciato circa un mese fa: "La Vuelta sarà la mia ultima gara da ciclista professionista". Il giorno del ritiro di Fabio Aru è arrivato. "Per ogni corridore arriva un momento nella sua carriera in cui sa che è il momento di fermarsi - ha dichiarato il campione sardo in un comunicato della sua squadra, il Team Qhubeka NextHash - È diverso per ogni corridore, ma per me questa sensazione è arrivata adesso.
"Per 16 anni sono stato un ciclista, questa carriera ha richiesto che passassi molto tempo lontano dalla mia famiglia. Ora è il momento di restituirglielo - ha proseguito Aru, cui proprio la Vuelta ha regalato le soddisfazioni più grandi, con il successo nel 2015 - Gli ultimi 3 anni sono stati molto difficili per me. Avrò bisogno di alcuni giorni per capire completamente la sensazione, quindi è difficile dire in questo momento come mi sento per iniziare il mio ultimo giorno da professionista, ma sono contento di essere qui ora, a correre per Qhubeka, e sono felice", ha concluso.
In 16 anni di carriera Aru ha conquistato, oltre alla Vuelta di Spagna nel 2015, una tappa al Tour de France, tre tappe al Giro d'Italia e due alla Vuelta oltre al titolo nazionale nel 2017. È il primo sardo (e quarto italiano assoluto dopo Felice Gimondi, Francesco Moser e Vincenzo Nibali) ad aver indossato almeno una volta la maglia rosa, la gialla del Tour e la rossa della Vuelta. "Nel 2014 ho vinto la mia prima gara da professionista al Giro d'Italia, è stato speciale, e non sono sicuro che qualcosa possa essere paragonato a quel momento perché sono italiano e vincere al Giro per un italiano è un'altra cosa. Quella vittoria ha cambiato la mia vita e ha fatto sì che le persone iniziassero a sapere chi sono".