Mancano tre minuti alla mezzanotte di sabato 16 gennaio e Joe prende in mano i manubri con i pesi. Potrebbe sembrare una normale sessione di allenamento notturno, quotidiano: ma non lo è. Tacopina ha da pochissime ore siglato l’accordo preliminare che lo obbliga all’acquisto del 100% delle quote del Calcio Catania: l’apertura privata della palestra di Torre del Grifo basta per una prima ed estemporanea presentazione su chi sia Joe, l’americano uscito da un film di Scorsese o Tarantino che rispolvera i sogni del lato ingiallito del nostro calcio. Le piazze storiche alla fine della decadenza.
Poi lo guardi e pensi che di decadente nel mondo non ci sia più nulla: incrollabile come la certezza che un giorno da questo mondo andremo via tutti, ma lui no. Il suo arrivo è la kermesse del bello accostato al classico: uno sfoggio continuo di charme e slang che in certi ambienti sanno di rinascimento, invecchiati come sono da promesse vetuste e mai mantenute. Persino da proprietari e gestioni old style: quelle del bastone e della carota, della testa sotto la sabbia e della rendita. Catania, assuefatta, umiliata e rinata dopo il quasi fallimento evitato per un soffio è l’ennesima piazza perfetta: ma lui, del Calcio Catania, nonostante un preliminare d’acquisto firmato e tante promesse, non sarà mai il proprietario.