l'analisi

Napoli, sono numeri da scudetto: Osimhen-Insigne da applausi ma il mago è Spalletti

Sei vittorie su sei come nel 2017/18 quando ci fu il testa a testa con la Juventus. Stupisce l'attacco, è determinante anche la difesa

Napoli-Cagliari, le immagini del match

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Il perfetto ruolino di marcia tenuto sin qui dal Napoli si specchia nei suoi uomini-gol più celebrati: Victor Osimhen e Lorenzo Insigne. L'attaccante nigeriano, assieme a Benzema, è quello ad aver fatto più gol (sei) nel mese di settembre contando i cinque top campionati europei mentre il capitano azzurro si è fermato a due reti alle quali ha aggiunto tre assist, confermandosi leader tecnico e caratteriale della squadra. Ma nella banda Spalletti c'è un dato meno sbandierato che colpisce forse ancor di più: i due gol subiti in sei partite, miglior difesa del campionato, a testimoniare l'equilibrio tattico che domina dalle parti di Castel Volturno.

È innegabile, lo si è visto anche con il Cagliari piuttosto chiuso del primo tempo di ieri, che oggi la capacità di andare in gol del Napoli rappresenti il suo maggior punto di forza: nonostante qualche tentazione nello specchiarsi un po' troppo nelle trame di gioco, alla fine i 18 gol in sette partite stagionali (contando l'Europa League) certificano come le soluzioni offerte dal fronte offensivo azzurro siano multiple. Merito anche del giro palla spallettiano e della pazienza nel trovare il varco giusto, un'attitudine presto fatta sua pure da Anguissa, che nell'1-0 ha lasciato Di Lorenzo coprire più centralmente per allargarsi sull'esterno e avviare l'azione che ha poi portato al gol di Osimhen. Con Mario Rui e Insigne che sulla sinistra si conoscono ormai a occhi chiusi, completa il quadro l'inventiva di Zielinski nella zona centrale del campo che sta lasciando scampo agli avversari.

Il lavoro di Spalletti si vede però nella compattezza difensiva, con una squadra praticamente identica a quella dello scorso anno, dove si è rivisto Koulibaly ad altissimi livelli e un Rrahmani mai così bene integrato nei meccanismi, visto il non perfetto momento di forma di Manolas. Fa bene il tecnico azzurro a tenere alta la concentrazione, chiedendo ancor di più ai suoi, ma allo stesso tempo non si intravede nel breve periodo un modo per abbattere questo Napoli, che sfrutta oltretutto un momento di forma psicofisica davvero invidiabile. Era dal 2017/18 che gli azzurri non iniziavano il campionato con sei vittorie su sei: quell'anno ci fu il famoso testa a testa con la Juventus, con lo scudetto che sfumò con la sconfitta di Firenze dopo la contestata vittoria bianconera contro l'Inter. A proposito, domenica prossima gli azzurri sono attesi proprio dalla trasferta al Franchi: un buon banco di prova per confermare le ambizioni da scudetto.

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