"È impossibile essere al top della classifica senza essere una squadra completa, equilibrata. Più che la classifica e i risultati, è la qualità del gioco che conta". Così José Mourinho alla vigilia della sfida tra Roma ed Empoli. "Poi potete dirmi che giocare bene non è vincere e sono d'accordo perché io sono un risultatista - ha continuato - ma si può cercare di fare entrambe le cose". Infine un focus sulla fase difensiva giallorossa: "Dobbiamo essere equilibrati come squadra ma senza prescindere dal gioco offensivo e questo è un pochino più difficile e serve più tempo. In due partite in trasferta sei gol sono comunque troppi, ma lavoriamo su questo".
"Sappiamo come gioca l'Empoli - ha detto poi il portoghese parlando degli avversari - sono la squadra che crossa di più in A e ha più tiri da fuori area di tutti. Abbiamo lavorato su questo, per noi l'organizzazione difensiva è importante". I toscani con la Roma non hanno mai pareggiato: "Una casualità, una cosa è una squadra che entra per pareggiare e che riesce a farlo. Noi non siamo questi e nemmeno l'Empoli. Con il Sassuolo ha fatto la differenza un gol al 90', non penso sia una questione filosofica", ha aggiunto.
Commentando l'annunciata presenza massiccia di tifosi all'Olimpico, lo Special One ha mandato un messaggio al pubblico giallorosso: "Ringrazio i tifosi per la dimostrazione chiara di romanismo, è facile tifare una squadra che vince sempre ed è più difficile farlo con una squadra che vive un momento difficile. È una dimostrazione di fiducia verso l'atteggiamento della squadra, nelle due gare perse in dieci ci abbiamo sempre messo voglia e impegno totale. Stiamo vivendo un momento di maturazioneall'interno del club e nel modo di essere romanista e il tempo è ovviamente importante perché c'è tanta differenza di punti con le posizioni top e questa differenza non si riduce con poco".
"Le mancate convocazioni di Zaniolo e Mancini in Nazionale? Non e' il mio lavoro, l'Italia ha già un ct e sono le sue scelte, che rispetto se chiama un nostro giocatore oppure dieci - ha detto Mou - I giocatori preferiscono andare in Nazionale, è motivo d'orgoglio per loro, ma qui lavorano protetti e non avranno partite da giocare, anche questo è un fattore positivo. Entrambe le cose hanno aspetti positivi e negativi", ha aggiunto.
Sulle polemiche per i troppi impegni per i calciatori: "I Mondiali ogni due anni? Tutte queste cose non sono per me. Ci sono cose che possono migliorare, ma un calcio senza le nazionali e la passione che regalano non è la soluzione". "Migliorare cosa? Per esempio non capisco perché in Sudamerica si giochi il giovedì sera, quando da noi è venerdì mattina. Pensavo fosse finita questa storia. Non mi piace anche il fatto che in nazionale vengono chiamati 35-40 giocatori e poi 15 di loro non giocano e non si allenano con la giusta intensità", ha aggiunto.
Infine un commento sul rinnovo di Lorenzo Pellegrini fino al 2026: "È la decisione giusta per entrambi, è importante questo tipo di stabilità. Io staro' qui per tre anni, lui è qui per restare e per aumentare il nucleo italiano con Mancini e Cristante. Siamo insieme, lavoriamo insieme e arriveremo dove vogliamo arrivare con tranquillità".